Il nome dei Marsh Mallows deve per forza dirvi qualcosa, sia perché questo disco che ho nello stereo è già il secondo della band (il primo era ‘Alcatraz’), ma anche perché in varie occasioni hanno aperto per gente come Bad Religion e addirittura quelli che sono considerati tra i gruppi fondamentali dell’hardcore, i Dead Kennedies. E se non li avete mai sentiti, forse è tempo di rimediare. Nati come una simpatica cover band, i nostrani Marsh Mallows (che sono quelle specie di gelatine americane che si mettono nel latte o si riscaldano sul fuoco) hanno sentito l’esigenza di produrre pezzi per conto proprio e sono riusciti a farlo splendidamente in italiano, ma non solo. Infatti non mancano di mostrare quanto il genere hardcore melodico (perché è di questo che si tratta, se non fosse chiaro) deve all’anglofonia per sfoggiare la loro abilità nell’esibirsi in brani in inglese, come l’ottima ‘Big Knife & Problems’ o ‘Marsh Mallows’. Ma il gioiello del disco è la title track ’Qualcosa Di Nessuno’ , con un vago sapore di deja-vù e delle chitarre trascinanti ed energetiche come il genere non produce da tempo, chitarre che macinano riff anche, perché no, metallici, con una batteria come gli dei comandano. Non abbiamo la pretesa di dire che i Marsh Mallows abbiano inventato un genere, ovviamente, ma tra tantissime (elevato a tantissimo al quadrato) band dedite all’hardcore melodico, poche riescono a prendere come questa ed è gradevolissima la produzione, forse tra le migliori mai appioppate ad una band di punk italiana. Un lavoro che centra in pieno l’obiettivo e che fa davvero onore al belpaese.
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