Interlocutorio lavoro per i The Changelings, band capitanata dalla voce della singer Regeana, dedita ad un sound dalle sfumature Ambient – Doom. Il combo in questione musicalmente è valido, lo mostra anche il fatto che tutto il platter è incentrato sull’utilizzo di violini, viole, percussioni ed elementi classico – sinfonico, ma il muro musicale proposto, denso e dotato di un songwriting tutt’altro che valido, per di più non coadiuvato da una produzione all’altezza, altro non fa che nascere nell’ascoltatore una reazione opposta a quella sperata…ovvero, anziché appassionarsi alla musica celestiale e lisergica del six piece, si ha un rigetto della suddetta, provocato da una insofferenza di base alla proposta musicale stessa. Poco conta se il combo si rifà al sound di band europee quali The Gathering ed i 3rd And The Mortal, per farvi qualche nome, il problema di base è che le nominate bands avevano (ed hanno) una classe superiore ai The Changelings, sia nell’arrangiamento delle songs, sia nel songwriting…la band in questione non punge, rimanendo superficiale nella sua ode all’universo, ma anzi, sembra che in un contesto più terra terra, voglia dipingere colori cangianti e luminosi, sfumature di giallo in campo rosso in ogni dove, come se volesse descrivere un lunghissimo viaggio acido e volesse riportare alla luce l’oramai decaduto movimento Flower Power; non a caso la lisergica cover dei Pink Floyd (‘See Emily Play’) del periodo di Syd Barrett la dice lunga sulle intenzioni e sulle radici della band. Questo platter probabilmente riceverà buone recensioni altrove, ma secondo il mio modestissimo parere, le emozioni ed il feeling trasmesso sono veramente poche. Fastidioso.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?