Il buio oltre lo schermo: un filo rosso sangue tra cinema e musica. Questo il sottotitolo del volume “Incubi notturni”, spettacolare ed articolato compendio didascalico al sontuoso progetto artistico targato Black Widow dal titolo “… E tu vivrai nel terrore”, in cui un’oscura
loggia di
accoliti lasciava i rispettivi luoghi d’origine sparsi ai quattro angoli della Terra e si ritrovava per rendere ispirato e magistrale omaggio musicale al cinema gotico e dell’orrore, con particolare considerazione rivolta ai titoli
minori del settore e una sentita dedica a Mario Bava e Lucio Fulci, autentici
masters of fear spesso incompresi dai loro contemporanei e rivalutati solamente a posteriori.
Ebbene, ritengo che i
Visioni Gotiche si sarebbero davvero trovati a loro agio in quella situazione e che sarebbero per di più riusciti a non sfigurare anche nei confronti di una confraternita così selezionata ed autorevole (Death SS, Malombra, Morte Macabre, Northwinds, Claudio Simonetti, The Black, Al Festa, Tenebre, … solo per citare alcuni nomi), dacché i nostri sembrano anch’essi avvinti a quella sottile fibra scarlatta e vivere dello stesso immaginario per la loro manifestazione espressiva, la quale si estrinseca attraverso un prodotto che pare proprio evocato da quel tipo di pellicole, ricreando con la sola forza delle “sette note” (
in nero!) quelle atmosfere cariche di tensione e di fascinosa inquietudine.
Già autori di colonne sonore per corto/lungometraggi a “tema”, i nostri affidano a questo doppio Cd tutta la loro passione e attitudine per queste ambientazioni orrifiche, e anche il racconto che fornisce lo schema narrativo dell’opera appare abbastanza ben congeniato ed intrigante (sebbene, magari, non incredibilmente “originale”!), ratificando per il suo autore, Mattia M, buone doti vocazionali anche da un punto di vista squisitamente “letterario”.
“Il Segreto del demone” si rivela, quindi, come un morbosamente seducente viaggio tra angosce, misteri, arcani rituali, figure spettrali e sinistri presagi, il tutto
materializzato nella nostra mente attraverso un gothic/dark metal rock di rilevante suggestione, che assorbe dai maestri della musica del “terrore” (i Goblin, Gaslini e Frizzi, innanzi tutto, ma anche Carpenter e perché no, gli stessi primi Death SS, invocati, ad esempio, in certi suoni “terrosi” delle chitarre) la capacità di mantenere alto il turbamento emotivo anche senza l’ausilio d’immagini “reali”.
Ovviamente, trattandosi di una (seppur ambiziosa e assai onorevole!) produzione indipendente, sono rilevabili alcune imperfezioni nella resa e nella consistenza sonora, ma proprio come accade a quei
filmetti a low - budget cui il disco in questione sembra rivolgersi per la sua ispirazione, questa mancanza di “effetti speciali” particolarmente spettacolari e costosi, non ne limita troppo l’efficacia e il magnetismo, che si mantengono pressoché costanti durante tutta la sua cospicua durata.
Quello dei Visioni Gotiche è, dunque, nonostante qualche piccola ingenuità facilmente superabile, un nome che si allinea alla grande tradizione italiana di genere e che merita di essere seguito e sostenuto nel suo percorso artistico … se poi l’etichetta più
tenebrosa d’Italia volesse dare un seguito a quella antologia così strepitosa e avesse un posto libero al tavolo degli
iniziati …
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