Che gli
Elsewhere non facciano musica propriamente allegra è palese già dalla copertina del loro secondo demo
"Then Nothing", un lavoro che vuole presentarsi come un'opera d'arte a tutto tondo, sviscerando attraverso musica e testi "il rapporto tra l'uomo e la morte, la difficoltà di vivere la malattia e il decadimento fisico, le angosce esistenziali e la ricerca costante di trovare una soluzione utopica all'enigma della morte". Un progetto affascinante quanto ambizioso, soprattutto per un gruppo che ancora non è giunto al traguardo del primo album vero e proprio. Viste le tematiche trattate lo sfondo musicale di tanta angoscia non poteva che essere espressa tra le note sofferte di un doom metal piuttosto atipico, in cui i brani cercano di evolversi in una struttura mutevole, mai ripetitiva e dalle spiccate tentazioni progressive. Le tre canzoni di questo "The Nothing" si caratterizzano per un minutaggio mediamente tutt'altro che contenuto, durante il quale il gruppo spazia da momenti in cui le dolci note di un pianoforte vengono alternate a momenti dove è il suono duro e possente della chitarra ad essere in primo piano, per poi lasciare spazio a sprazzi atomosferici e melanconici. Dualismo seguito anche dalla voce di Martino, dominata dai toni puliti ma che talvolta lascia spazio ad un growl certamente più azzeccato per una proposta musicale del genere. Ed è proprio questa voce a rappresentare l'elemento più penalizzante di questo demo, che altrimenti sarebbe piuttosto interessante: nelle parti in cui sono le clean vocals ad essere utilizzate, esse appaiono sguaiate, stridule e danno quasi l'impressione di stonare nell'andamento generale dei pezzi; il passaggio alla voce sporca non migliora di certo la situazione, dal momento che il growl di Martino non è profondo nè incisivo come dovrebbe e come ci si aspetterebbe da un cantante che utilizza questa tecnica. Peccato, perchè a livello strettamente musicale gli Elsewhere non sono affatto male e propongono un prodotto che, nonostante a tratti sfoci un po' nel "troppo", mostra soluzioni interessanti e tutt'altro che banali, sfortunatamente affossate da un singer o acerbo o non all'altezza della situazione.
Da segnalare inoltre l'omaggio che gli Elsewhere porgono a L'Aquila, città natale del gruppo, colpita dal grave terremoto proprio durante le fasi conclusive di registrazione di questo demo e che, forse proprio per questo, è divenuto ancor più sentito e sofferto dai ragazzi della band stessa.
Le idee certamente non latitano, così come i mezzi strumentali a disposizione di questa interessante realtà italiana, ma purtroppo è necessario rimettere mano al comparto vocale che rappresenta al momento il tallone d'Achille degli Elsewhere.
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