Sul finire del 2009 arrivano al debutto gli
SKELTERS, quartetto di Catanzaro al limite musicale per quanto riguarda la giustificazione della loro presenza sulle pagine di
http://www.metal.itInfatti questa giovane band è dedita ad un pop rockettino di matrice inglese, quindi per nulla riguardante Nickelback, Daughtry e compagnia bella: piuttosto gli Skelters prendono spunto dagli anni '60, atmosfere rilassate e rarefatte, qualche innesto retrò di elettronica, una produzione low-fi ma ben realizzata, basata su una chitarra a dir poco lontana dalla concezione rock del termine.
Tra movimentazioni vagamente ska ("
Destination"), brani più azzeccati e personali ("
Darling Doll"), argomentazioni "clashiane" con intermezzi di testo in italiano ("
Another Solution") e linee melodiche che rimandano ai Green Day di oggi, alla MTV ("
Under This Moon"), "
Lux Mundi" scorre via in tranquillità, senza far gridare al miracolo, ma svolge bene il proprio dovere, ovvero intrattenere l'ascoltatore con una musica accattivante, immediata e, per chi apprezza il genere, piacevole.
Produzione e pronuncia sono, in ogni caso, più che accettabili per una band alla prima uscita, mentre il booklet, sebbene un po' scarno e semplice, risulta piuttosto piacevole.
Per il nostro target è un peccato che le velleità hard rock dei nostri, appena accennate nei primi secondi della opener e di "
Simply" (probabilmente il brano più maturo ed azzeccato del disco), siano completamente accantonate in luogo delle sonorità pop, ma è palese che gli Skelters abbiano decisamente altre mire.
In ogni caso un disco piacevole e ben realizzato, da raccomandare in questi lidi solamente agli open minded che più open non si può.
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