Impresa titanica arrivare alla fine dei 67 minuti di questo "
The Bitterest Flavour", secondo album della gothic band portoghese Divine Lust. Composizioni soporifere e pericolosamente simili a se stesse si rincorrono in un album che non brilla né per produzione né per ispirazione compositiva, ed in cui la vena un po’ doom dei DL non riesce a far emergere un prodotto buono giusto un po’. Sparuti inserimenti di growl per una band che predilige la voce pulita, e composizioni che ricordano i primi My Dying Bride, con punte di depressive un po’ alla Candlemass… ma stavolta la somma degli addendi non fa il totale, prova ne sia la fatica che si fa ad arrivare in fondo al platter. Si salvano, grazie ad una buona struttura musicale, brani come "
Veil of Golden Leaves" o "
… A Long Way Down", ma in linea di massima il disco stenta a decollare ed a trovare sostenitori tra i neuroni del mio cervello. Mezza delusione.
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