Un lavoro decisamente stupefacente questo di
Michal Jelonek.
Violinista e compositore polacco, questo artista propone un disco che contiene un'interessante fusione, in buone e giuste dosi, di musica
Metal e
Classica.
In ''
Jelonek'' (suo omonimo) eloquenti sono gli impulsi provenienti da entrambi i settori; ovviamente, si fa riferimento a grandi maestri quali:
Beethoven,
Bach e
Vivaldi... Ma allo stesso tempo è lecito chiamare in causa band come
Metallica,
Rage e lo stesso
Steve Vai.
Si tratta di quattordici brani composti da robusti riff di stampo metal, articolati temi classici e non solo... tant'è che il tutto è levigato da un'imprevedibile presenza di elementi tipici della corrente barocca.
Siamo decisamente di fronte ad una realizzazione eccentrica e capricciosa, in cui la tecnica strumentale dirige i lavori!
Ciò che attrae a prima vista è proprio lo strumento suonato da
Michal Jelonek... Il violino!
Immediatamente si pensa agli
Apocalyptica, magari per una questione di affinità, nonchè altrettanto apparente uguaglianza stilistica; fatto stà che una volta diretti all'ascolto del prodotto in questione, ogni pregiudizio viene smentito.
Non è nulla che può essere pensato o immaginato!
''
Jelonek'' è colmo di elementi inediti ed originali; niente di immediato ma allo stesso tempo soddisfacente.
L'ascolto scorre agile e distintivo data anche la durata, alquanto ridotta, delle tracce ma tutto conferisce energia ed enfasi...
Risulta impossibile inquadrare questo artista in un genere particolare: cosa estremamente buona e allo stesso tempo dubbia; tant'è che si potrebbe addirittura pensare ad un misto di elementi pescati a caso da varie correnti e direzioni.
Assolutamente falso!
In questi brani evidenti sono le basi di partenza, ma tutto il resto è genio e novità.
Come risultato otteniamo un lavoro maledettamente calibrato e colmo di sentimento.
D'impatto, prima dell'ascolto di ''
Jelonek'', sorge come elemento certamente elettrizzante l'artwork; in copertina è riconoscibile una semplice (nel complesso) immagine carica di simbologia... un violino che pare esaltare l'unione tra la musica classica (maestra ed ispiratrice di questo artista) e metal. Questo è il caso in cui, ancora una volta, è d'obbligo l'evidenza della personalità artistica, presente in modo marcato e palese in tutto il lavoro!
I brani contenuti in questo album, hanno una melodia non standardizzata, lo stesso vale anche per la parte ritmica che risulta continuamente variabile. Intrisi di anima ed entusiasmo in particolar modo, tra i quattordici spiccano ''
Miserere Mei Deus'' e ''
Mosquito Flight''.
''
Jelonek'' parte con ''
BaRock'', che fin dalle prime note conferisce energia illimitata all'ascoltatore.
A seguire ''
B.Est'', pezzo decisamente emozionante grazie al violino stesso, ma dalle chitarre dure e distorte.
''
A Funeral Of A Provincial Vampire'' è un capolavoro imbevuto di caratteri derivanti dalla musica classica; lento e inquietante in principio, ma che sul finale mostra ripetuti giochi basati sull'aspetto tecnico.
Si passa con ''
Beech Forest'' a sonorità più orientali fino ad arrivare alla sorprendente ''
MachineHat''.
Resta il fatto che ogni singolo brano è degno di particolare segnalazione!
Di conseguenza è possibile sostenere che l'album risulta essere ben composto, il lavoro completamente nuovo, originale e metodico; il fattore tecnica viene ulteriormente accentuato dalla collaborazione con musicisti dalla forte influenza stilistica per entrambi i generi dominanti.
''
Jelonek'' non annoia, tutt'altro... Stimola la curiosità dell'ascoltatore e senza ombra di dubbio si tratta di un lavoro da proporre a chiunque: all'amante dell'
Heavy, del
Progressive, della musica Classica; pur restando, allo stesso tempo, un prodotto ''di nicchia''.