Progetto oltremodo interessante quello a nome
De Profundis, formazione britannica qui all'esordio con
"A Bleak Reflection" per la sempre vigile Kolony Records, che partendo da un doom/death metal oscuro cerca di sviluppare un discorso musicale più articolato e complesso. Le canzoni infatti si presentano sì lente ed evocative, ma non mancano certo i momenti più cattivi e veloci, così come aperture melodiche (ma senza voce pulita) e divagazioni "progressive" con larghe parti strumentali e vari cambi di atmosfera. Tutto questo all'interno di canzoni che sfiorano tutte i dieci minuti di durata, ma che i De Profundis sono abili nel non rendere tediose o trascinate nonostante l'elevato minutaggio, grazie soprattutto ad un oculato lavoro delle due chitarre che bilanciano in maniera ottima melodia ed aggressività senza sbilanciarsi eccessivamente nè da una parte nè dall'altra. Il basso fretless di Arran McSporran inoltre riesce a dare quel calore e quel retrogusto jazzato (di cui troviamo una larga testimonianza in "Longing") che portano i pezzi su un altro livello, mentre il growl di Craig Land è il giusto complemento all'amalgama sonoro dei De Profundis.
I punti più alti toccati da "A Bleak Reflection" si hanno certamente con brani quali "Nocturnal Splendour", "Crimson Black Bleeding", "Cold Is The Grave" e "The Mourner", pezzi di assoluto livello, ancor più se si pensa che stiamo parlando di una band al debutto discografico. Questo "A Bleak Reflection" è un album che farà proseliti tra le fila di coloro sono devoti alle forme di espressione più cupe e decadenti, ma con un occhio di riguardo per ciò che vuole essere in qualche modo progressivo.
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