A dieci anni esatti dalla propria nascita la
Code666 si autocelebra con la parte seconda di “
Better Undead Than Alive” (la prima parte essendo uscita nel 2003).
Per l’occasione la fondamentale etichetta di
Emiliano Lanzoni mette insieme il proprio rooster con una serie di canzoni inedite, composte apposta per la presente compilation.
Ricordo perfettamente la nascita dell’etichetta e ho avuto la fortuna di recensire praticamente tutto (o quasi) il suo catalogo, che contiene assolute perle di valore, a testimonianza della bravura, della passione e della lungimiranza di
Emiliano Lanzoni e del suo staff. D’altronde che Emiliano fosse una persona davvero addentro alla materia sonora era già testimoniato dalla band nella quale suonava, i
Miskatonic University (l’hardcore che incontra Lovecraft). Devo, inoltre, ammettere che mi sento parte del successo riscosso dall’etichetta, visto che con le mie recensioni, quasi sempre positivissime, ho contribuito a dare rilevanza al lavoro della label. Per esempio ricordo perfettamente il loro primo top album, che fu del sottoscritto su Metal Shock, e riguardava i
Void Of Silence di “
Criteria Ov 666”. Ricordo l’entusiasmo dell’etichetta e della band, che mi invitarono a festeggiare con loro in quel di Roma, invito che declinai cortesemente, sebbene non vi fosse alcunché di male, e devo ammettere che i rapporti in questi anni sono sempre stati cordiali e improntati alla correttezza. La qual cosa nel panorama italico è merce rara, se è vero che ci sono recensori ed etichette che fanno continuamente a lingua in bocca, quando non sono impegnati a minacciarsi per un voto brutto o per un cd non regalato.
Il resto l’avete fatto voi lettori, acquistando i dischi prodotti dalla Code666, legittimandone il meritato successo.
Detto questo, veniamo al disco in questione. È presente praticamente tutto il rooster dell’etichetta, impreziosito dalla collaborazione di Davide Tiso degli
Ephel Duath (ora su Earache ma lanciati dalla Code666), il quale fa da collante tra i diversi pezzi, con brevi composizioni strumentali, tra postcore slabbrato e rallentato e visioni lisergiche ed oniriche.
Nel disco è presente il black metal in dosi cospicue, sebbene non nella sua forma più primigenia e grezza. Infatti si va dai
Minethorn, con “
Icons (Of The Cursed Earth”, pezzo inquietante e minaccioso, ricco di negatività, agli
The Axis Of Perdition, con “
Chained In The Damnation Asylum”, i quali, mettendo da parte le controverse sperimentazioni dell’ultimo deludente “
Urfe”, ritornano al black metal degli esordi, cattivo e ferale, sebbene infettato dal germe industriale. Ma occorre parlare anche dei mostruosi
Diabolicum, anch’essi autori di un maligno, antiumano e glaciale black metal, con “
Salvation Through Vengeance”, per finire ai
Negura Bunget, i quali, con “
Cumpana”, danno un assaggio del loro prossimo full lenght, con un pezzo dalle atmosfere incredibili.
Con mia grande gioia e sorpresa è presente anche una nuova composizione dei
Void Of Silence, la strumentale “
Instrumental Void", un pezzo che, ad essere sincero, non mi ha impressionato molto, appiattito com’è su un mood apocalittico stereotipato, sebbene la canzone raggiunga vette di malinconia e tristezza notevoli; manca però la cattiveria, e un certo mood venefico del quale auspico il ritorno (per intederci quello dei primi due dischi della band).
Conferme arrivano anche dagli Herrshchaft, che hanno un tiro allucinante e dai
Fen, i quali chiudono il disco con una suite lunghissima, ben 15 minuti. “
Twilight Descends (Eulogy)” è una lenta discesa nell’abisso, una ineluttabile deriva verso la perdizione.
Buoni ma non trascendentali i pezzi di
Damned Spirit Dance,
The Oath e
The Prophecy.
Fermo restando che questo “
Better Undead Than Alive 2” è una compilation e quindi in buona sostanza un disco estemporaneo, resta la assoluta qualità della materia sonora, impreziosita dal fatto che ci troviamo di fronte ad inediti che non troverete in nessun disco delle bands che hanno partecipato. Fate le vostre valutazioni e decidete se questo disco vale i vostri soldi.
Per quel che mi riguarda approfitto per fare gli auguri alla Code666 e augurarle lunga vita.