Quattro Ministri, messi a servizio di una causa distruttiva, e per finite con un immaginario che si rifà all'estetica degli ex Paesi Socialisti, in particolare le due mani sotto al logo che si stringono, praticamente un chiaro rimando alla Germania Est. Al di la delle connotazioni politiche o pseudo-tali non credo sia un caso che in Francia si stiano concentrando questi gruppi dall'immaginario tendente al rosso, impossibile dimenticare l'asfissiante NKVD. Adesso ci si mettono anche questi
Neo Inferno 262 a complicare le cose, tramite un Black Metal imbastardito da pesanti dosi di Electro/Industrial, un po' alla maniera dei nostrani AboryM, che quando si tratta di mettere in evidenza ritmiche spigolose e quadrate non si tirano indietro.
Hacking The Holy Code è abbastanza lungo, ma al suo interno sono presenti delle scorie nucleari di pregevole commistione fra violenza umana e chirurgia meccanica. Tutto sommato l'equilibrio tra Black Metal e sperimentazione è sfruttato a dovere, e questo permette una resa distruttiva che farà la gioia di chi apprezza questo tipo di sonorità; in più ci si mette anche un immaginario che regime totalitario che ricopre il tutto di tonalità marziali e imponenti. Black Pulse Negativity, Neuronal Revolution, The Great Industrial God e anche la title track sono soltanto alcune delle canzoni che si mettono in mostra per qualità, precisione, e soprattutto per un songwriting ispirato a devoto all'assalto, sempre e comunque imbevuto in un razionalismo che non sfocia mai nel caos barbaro. Neo Inferno 262 è un progetto interessante, che coinvolge musicisti già impegnati con gruppi affermati nel settore estremo (Arkon Infaustus...), e che ha tutte le certe in regola per perpetrare un genocidio sonoro in un prossimo futuro.
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