Chris Reifert e Danny Coralles avranno fatto anche scuola con i primi due album degli Autopsy, ma quando si parla di Abscess le cose cambiano drasticamente: in 16 anni di carriera il gruppo ha pubblicato cinque album tra l'inutile penoso, un bottino davvero impressionante eguagliato solamente forse dai Six Feet Under. Questo nuovo "Dawn Of Inhumanity" non inverte il trend negativo che perdura da più di un decennio e ci consegna i soliti Abscess, sempre fedeli alla causa del death metal più marcio e old school, ma ahimè anche privo di ispirazione e di quell'inventiva che ci si aspetterebbe da due personaggi di tale calibro. Presentato dalla solita ignobile copertina, il disco propina il consueto death metal schietto e senza compromessi, ma assai povero di spunti interessanti, soffocato da un piattume a livello compositivo da lasciare basiti. Non basta qualche richiamo ai compianti Autopsy nelle parti più lente e funeree e nello stile solistico di Coralles, sempre ben riconoscibile, per dare spessore a "Dawn Of Inhumanity", che si protrae per 52 minuti elargendo solamente noia a palate. Evidentemente il buon Chris ha esaurito le buone idee già dai tempi di "Mental Funeral" e si ostina a proporci nuova musica di scadente qualità. Ma d'altronde se gli Abscess sfornano dischi da più di quindici anni a qualcuno dovranno pure piacere!
"Dawn Of Inhumanity" è quindi rivolto a queste persone, che potrebbero trovare piacevole l'ascolto di questo album. Personalmente preferisco tornare ad ascoltare ed esaltarmi sulle note di "Severed Survival" e fare finta che gli Abscess non siano mai esistiti.