Dietro i misteriosi
Kkoagula in realtà ci sono i
Manes, i quali sembrerebbero non più attivi, stante il tenore delle notizie circolate ultimamente.
Il nuovo progetto del mastermind norvegese
Cern riprende le sperimentazioni sonore già viste nel monumentale “
Vilosophe”, tuttavia portandole alle estreme conseguenze.
Una sola traccia, che dà anche il titolo al disco, “
Aurum Nostrum Non Est Aurum Vulgi”, 54 minuti di trip multiforme, liquido, cangiante, camaleontico, a base di trip-hop, dub, industrial, techno, noise e metal.
Un trip notturno, alieno, senza un inizio e senza una fine, senza alcun punto di riferimento. Una sola costante, il movimento, andare, senza sosta, senza mai fermarsi.
Un trip acido, che non rilassa, indispone, a tratti disturba, che trascina in una realtà grigia, di confine, ai bordi.
Non ho altre parole per descrivere questo disco, la cui capacità di dare emozioni è prettamente soggettiva. Nella musica dei
Kkoagulaa non ci sono regole, non ci sono schemi, si preme il tasto play e si comincia a viaggiare, ciascuno verso una destinazione diversa. Have a nice trip!
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