Copertina 9

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:1985
Durata:42 min.
Etichetta:Chrysalis Records

Tracklist

  1. LONG BEFORE I DIE
  2. NERVOUS MAN
  3. OVER THE EDGE
  4. THE LAUGH
  5. CONQUEROR
  6. FOR THE SAKE OF HEAVINESS
  7. AFTERMATH
  8. IN THE HOLE
  9. YOU'RE NEVER ALONE
  10. RELEASED

Line up

  • John Bush: vocals
  • David Pritchard: guitars
  • Phil Sandoval: guitars
  • Joey Vera: bass
  • Gonzalo "Gonzo" Sandoval: drums

Voto medio utenti

L'anno prossimo l'heavy metal arriverà al traguardo dei 45 anni di onorata carriera.

Ok, ovviamente, come produzione, non c'è una data certa della sua nascita; alcuni puntano su "Communication Breakdown" degli Zeppelin, altri su "Born To Be Wild" degli Steppenwolf, altri sui Black Sabbath, poi "Sad Wings Of Destiny" dei Judas ed altre teorie ancora, tutte giuste, per carità.

Ma preme sottolineare che prima del 1980 e l'esplosione della Nwobhm non c'era una stampa specializzata a supporto e migliaia di fanzine, tutto comincia in modo compiuto con l'inizio degli anni '80; lo stesso metal kid armato di chiodo e giubbotti di jeans pieni di toppe è ovviamente un immaginario che risale agli eighties, non prima.

Lo sviluppo fu clamoroso: dall'80 ("Heaven & Hell", "British Steel", "Blizzard Of Oz", ecc. ecc. ) in soli tre anni si passò allo speed/thrash, un'evoluzione che non ha precedenti ne prima, né dopo. Questo preambolo per dire che band come Armored Saint appartengono alla tradizione class & melody e, probabilmente, c'è una parte di pubblico che guarda ancora all'età classica, gli anni ottanta appunto, e non fa molta distinzione che si tratti di Motley Crue, Ratt, Malice o Armored Saint e mal sopporta i modernismi che si sono fatti strada più tardi. Non è un caso che un'etichetta specializzata in aor, glam e hard rock come la Rock Candy abbia recentemente ristampato proprio gli Armored Saint.

Insomma, ritengo che gli Armored Saint possano soddisfare il pubblico di Silk & Steel che, mi auguro non sia solo Journey, ma anche la parte più anthemica e deluxe del metal. Negli Armored Saint convivono alla perfezione melodia e potenza e ritengo il gruppo di Pasadena irrinunciabile, dei veri pesi massimi dell'US metal, tanto che per il sottoscritto non hanno mai sbagliato un album.

Gli Armored debuttano sulla raccolta Metal Massacre II con "Lesson Well Learned" e quindi pubblicano un leggendario ep omonimo che vale il salto di categoria ad una major come la Chrysalis, per la quale esce il primo lp "March Of The Saint" nell'84, un classico purtroppo, in parte, inficiato dalla produzione troppo piatta. Per questo motivo ritengo "Delirious Nomad" importantissimo, oltre che per chi scrive il miglior album, supportato anche dalla magistrale produzione del solito Max Norman.

Penso che ci sia una tensione descrittiva palpitante mai più raggiunta ("Aftermath" è solo un esempio), figlia anche della paura della bomba atomica illustrata nella cover (erano d'altronde i giorni di The Day After), con chitarre affilatissime (a proposito il chitarrista Sandoval durante le registrazioni se ne va per formare i Megattack) come in "Nervous Man", ma assolutamente la band non perde mai di vista una melodia spettacolare e fisica ("Long Before I Die"). Non è un caso che i Metallica corteggiarono a lungo il fenomenale vocalist John Bush che con il suo cantato virile e vibrato marchia a fuoco "Delirious Nomad".

C'era una volta l'età dell'oro dell'heavy metal, potente, fiero, molto calibrato
e tutto questo si rispecchiava in "Delirious Nomad", letteralmente uno dei dischi più belli dell'US metal, con un mai troppo celebrato Dave Prichard in stato di grazia e Joey Vera e Gonzo Sandoval che funzionano come potenti e precisi metronomi.

L'anno prossimo saranno 45 anni di heavy metal, con la buona probabilità che gli Armored siano ancora tra noi con un nuovo album, sarebbe un bel modo per celebrare, intanto voi riascoltate questa superba band dove classe, potenza, melodia e fraseggi di chitarra fantasiosi prendono forma e "Delirious Nomad" rimane il biglietto da visita per questa band che è una roccaforte inespugnabile dopo tutti i cambiamenti di stile del metal rama, i revisionismi dell'ultima ora e un pubblico assuefatto al cambiamento: loro rimangono una certezza che certe cosa fortunatamente non cambieranno mai.

Recensione a cura di Fabio Zampolini

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Inserito il 16 mag 2024 alle 09:16

Mamma mia, che disco!!! Da studiare all’università!!

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