La maggior parte dei musicisti che fanno parte dei
Warcryer proviene da quei Denied che Metal.it ha incrociato ai tempi del loro primo demo "Heavyland" (seguito nel 2008 dall'album "When the Slate Becomes Diamonds"), e pertanto non stupisce il ritrovarsi di fronte a del classico Heavy Metal spiccatamente old school, anche se con una strizzatina d'occhio al Power Metal tedesco.
Il loro primo lavoro, si apre con una breve, e tutto sommato superflua, intro, per proseguire con "Wings of Fate", canzone dal passo spedito e dall'incisivo guitarwork, con tanto di cori maideniani ed un'ottima, e versatile, prova del cantante Giovanni Girone (anche nei progressive Memories Lab).
E' la batteria di Francesco Giorgianni che si leva poi a dettare i ritmi della successiva "The Shield in the Sky", episodio speedy e roccioso che si addolcisce solo in quel breve break melodico che prelude ad una bella cavalcata chitarristica, mentre sulla ballad "The Ministrel" tocca agli arpeggi di Francesco Pirrone e Christian Bicchieri confermare l'evidente debito che i Warcryer hanno con gli Iron Maiden, anche se le parti corali ed il taglio epico e folkeggiante donato al pezzo sembrano essere ereditate dai Blind Guardian.
Tre pezzi gradevoli, ben pensati e realizzati, sorretti peraltro anche da una registrazione curata e pulita, che fanno sì che i Warcryer confermino la Sicilia nel ruolo di una fervida "Land of the Free", almeno quando si tratta di sano e robusto Metal.
E lo fanno più che bene.
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