Eccoci giunti al terzo capitolo della New Era inaugurata dai nostrani Derdian qualche anno fa. Al contrario di quanto fatto da diverse band, partite dal power/epic più puro e finite a proporre polpettoni senza capo né coda, il combo milanese rimane fortunatamente fedele alle sonorità che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico e confeziona un ottimo disco.
Dopo la consueta intro sinfonica, il disco si apre con le possenti
The Spell e
Battleplan, cariche di pathos e cambi di tempo, dove la band indica chiaramente la direzione dell’intero lavoro. La successiva
Black Rose parte invece più tranquilla e si sviluppa in un mid-tempo moderno e interessante. Si torna a correre nella parte centrale del disco, con la riuscita tripletta
Her Spirit Will Fly Again, Dream e
Divine Embrace.
The Prophecy è invece maggiormente articolata e rappresenta sicuramente uno degli episodi più ispirati dell’album, mentre la successiva
Burn non cattura l’attenzione più di tanto. Splendida, a mio modo di vedere, la ballad
Forevermore, che si avvale della collaborazione femminile alla voce, decisamente efficace. Anche le tre tracce rimanenti si mantengono sugli alti standard qualitativi di quanto sentito finora. Tra queste, una citazione particolare merita la strumentale
Presagio, dove la band dimostra la consistenza dei propri attributi, se proprio giunti a questo punto del disco qualcuno avesse ancora dei dubbi.
Chi vuole un disco power metal, avrà un disco power metal, cosa che di questi tempi non sempre è scontata. Un album che non delude e che ancora una volta dimostra come in Italia certe cose si sappiano fare più che bene. Così come in passato, bravi Derdian!
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