Davvero un soggetto singolare, questo
Perseo Miranda, alias Angelo Spaggiari, da Genova.
Cantante, chitarrista, compositore, ma anche astrologo, inviato speciale e conduttore televisivo, presentatore e showman (qualunque cosa pur di non
lavorare eh, … ehi scherzo!), il nostro Perseo ritiene che ogni mezzo possa essere funzionale alla manifestazione della propria fantasia e creatività, non dovendo esserci pastoie alla libertà d’espressione.
L’impressione, dopo una rapida ricerca in Rete, è che ci sia una buona dose di simpatica
cialtroneria nella costruzione complessiva dell’immagine di questo signore che tra un libro d’astrologia e lo spot di un ristorante è diventato una sorta d’icona vagamente
trash nell’ambito della scena mediatica ligure.
Quello che ci interessa di più in questa sede, è, ovviamente, il lato musicale della sfaccettata personalità di Perseo Miranda, valutato come il suo mezzo di comunicazione privilegiato ed ecco che nonostante i presupposti non proprio rassicuranti (oltre alla sua
fama, ci si mette pure una cover, come dire, non esattamente attraente!), la presenza di un musicista autorevole come Pier Gonella (Labyrinth, Necrodeath, Mastercastle), in veste di ospite (la line-up è, poi, completata dal batterista finlandese Robert Vaughans), riesce a stemperare quei pregiudizi che, lo ammetto, un po’ mi avevano indotto a rimandare l’ascolto di “Praise my day”.
Scopro, così, che il Cd rappresenta una sorta di esplorazione interiore del titolare dell’opera e che tale indagine è sviluppata attraverso un sound che rimanda al versante sulfureo dell’heavy metal ottantiano, con richiami espliciti allo spirito dei Black Sabbath e degli Angel Witch, al piglio ossianico dei Judas Priest e, ancor di più, al feeling funereo dei Mercyful Fate di King Diamond, da cui il singer genovese sembra spesso voler mutuare il celebre falsetto (e verosimilmente, per certi versi, pure l’ispirazione estetica!).
Ora non vorrei che si pensasse, visti anche i prestigiosi numi tutelari, che Perseo Miranda si fosse trasformato improvvisamente da divertente
giullare metallico a genio della musica, ma devo dire che il disco si lascia ascoltare con un certo gusto, ammantato com’è di seducenti atmosfere caliginose che esplodono in frenetiche, trascinanti e affilate cavalcate soniche, ottimamente condotte dalla chitarra e dal basso di Gonella (ascoltatelo nello strumentale “In this world part.2”, per un immediato riscontro), piuttosto abile nell’assecondare le gradevoli (e molto “classiche”) strutture compositive concepite dal suo anfitrione.
Tornando alla voce, diciamo che la tentazione di riprodurre le modalità interpretative di uno dei cantanti più caratteristici della scena non è che mi abbia proprio esaltato (anche perché lo stesso Kim Bendix Petersen, seppur fondamentale protagonista dei primi masterpieces del Fato Misericordioso, non è esattamente uno dei miei idoli in questo campo specifico), ma tutto sommato tale orientamento non è eccessivamente fastidioso, anche perché Perseo sceglie di sfruttare talvolta altresì una tonalità tra l’enfatico e il moderatamente granuloso, che mi ha fatto venire in mente l’improbabile e indistinta visione di un Lemmy salutista (!).
Tra i pezzi maggiormente convincenti, cito le minacciose “In this world part.1” e “Shock arms” (probabilmente il mio preferito, marchiato da un pregevole lavoro di Gonella e da una prova vocale di notevole pathos), la ruggente “Glass of words” e l’ipnotica “Praise my day part.4”, per un disco non trascendentale eppure decoroso nel suo settore di competenza.
L’augurio per il futuro è che il buon Perseo riesca ad affinare il proprio songwriting e il proprio stile vocale (magari facendo qualcosa anche la pronuncia inglese, all’apparenza un po’
maccheronica, anzi vista l’origine geografica,
trenettosa) rendendoli maggiormente personali … non sono in grado di stabilire se per ottenere tale risultato sarà necessario evitare di disperdere le energie in
distrazioni extramusicali, ciò nondimeno forse una riflessione da questo punto di vista potrebbe essere utile, per focalizzare obiettivi e ambizioni.
In assoluto, una vicenda che vale la pena seguire e non soltanto per favorire un comunque sempre salutare sorriso.