Novantanovepercento è il nuovo disco dei nostrani
Out Of Mind, una band che mi dispiace dirlo, ma non si sa per quale motivo si ostina a volersi inserire in un contesto che non gli appartiene, quello del Punk o di qualsiasi cosa tenti di avvicinarsi ad esso. Non è un discorso indirizzato espressamente a loro, sono molto i gruppi che tutto hanno, tranne che l'attitudine e i contenuti di quelle band che nel passato hanno scritto pagine fondamentali di vera e sana rivolta musicale. Possono bastare i volumi alti delle chitarre per essere "Punk"? Non credo. La cosa sicura è che non bastano affatto i soliti testi metaforici contro il potere, intrisi di una banalità sconcertante tipica da bettola o da centro sociale dir si voglia. Gli Out Of Mind sono vuoti, e suonano musica spenta e senza reali e concreti contenuti, apparentemente "impegnata" e interessata a tematiche sociali. Musicalmente passano tranquillamente inosservati a causa delle solite canzoni costruite sui soliti riff che praticamente sono diventati di dominio pubblico e vengono riutilizzati a proprio piacimento quando meglio si crede. Se venissero tassati sono sicuro che lo Stato ci risanerebbe il debito pubblico. Novantanovepercento potrà accontentare la generazione di punk (parolona) cresciuta a pane e Blink 182, oppure i soliti disadattati con canna in bocca e arrangiamenti Ska (che ovviamente non possono mancare anche in questo caso). La verità è che il Punk o ancora meglio l'Hardcore è tutta un'altra storia.
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