In linea generale, non amo molto la pratica delle antologie, e anche l’operazione di rimaneggiamento dei suoni, a meno che non sia assolutamente necessaria allo scopo di sanare situazioni ampiamente deficitarie, non è esattamente un motivo di entusiasmo, ritenendo che anche la registrazione originale di un prodotto discografico sia parte integrante della sua espressione artistica, catturata con i mezzi e gli accorgimenti tecnici di quel particolare momento storico che lo hanno visto nascere.
Nonostante le premesse, accolgo questo “Greatest hits remixed” con grande euforia, sia per la cura con il quale è stato realizzato (egregio, per la cronaca, anche il lavoro di Rich Chycki in fase di re-mixing) e sia, soprattutto, perché i protagonisti dell’opera sono i fenomenali
Triumph, uno di quei gruppi a mio modo di vedere fondamentali, capaci di notevoli successi ai tempi d’oro, protagonisti di live-show infuocati, e poi troppo spesso dimenticati, e non solo qui da noi dove non hanno probabilmente mai avuto un seguito all’altezza del loro valore.
E qui scatta anche un pizzico di
nostalgia, perché, lo ammetto, il trio canadese è sempre stato un mio “pallino” fin dai tempi (ehm, … recenti) dell’adolescenza (ed è per questo che avevo pensato di rinunciare alla disamina di questo disco, lasciandola a qualcuno meno “coinvolto” … ma poi la solita urgenza di
comunicazione ha prevalso ancora una volta!), una di quelle formazioni di cui si è perdutamente “innamorati” e che è così bello difendere nelle solite discussioni tra
rockofili, in cui ognuno sostiene la supremazia dei propri beniamini.
Al di là di qualunque questione
affettiva, stiamo parlando di una band che rischiò addirittura d’insidiare il trono dei Rush nell’ambito del Regno musicale della Foglia d’Acero, di tre musicisti straordinari che seppero intarsiare l’hard rock britannico (Led Zeppelin, in primis) con una sensibilità melodica invincibile, dando origine a un ibrido inseribile di diritto tra gli ispiratori del concetto stesso di “hard melodico”.
Il suggerimento, a questo punto, sarebbe di impossessarvi, se ancora non l’avete fatto, di tutti i loro lavori, ma rendendomi conto che si tratterebbe probabilmente di una
pretesa eccessiva, vi consiglio perlomeno di recuperare il terreno eventualmente “perduto”, con quest’eccellente panoramica della loro arte illuminata.
Le vibrazioni guizzanti e il ritornello di “Allied forces”, il r’ n’ r’ sfrenato di "I live for the weekend” e "Rock and roll machine”, le melodie tipicamente canucks di “Hold on” e della fatata "Magic power”, la raffinatezza di “Lay it on the line” e poi ancora l'epica progressione “Fight the good fight” e le armonizzazioni tra class e AOR di “Follow your heart” e “Spellbound”, fino alla rilettura di “Love hurts” dei Nazareth (ehi, riponete le armi … lo so che è un brano portato al successo dai The Everly Brothers e poi coverizzato da un sacco di gente, tuttavia per me, grazie alla loro versione, gli scozzesi ne sono diventati i
legittimi proprietari!), qui ci sarebbe davvero molto da dire su ognuno dei brani in programma, e, per evitare inutili sproloqui, mi limiterò ad affermare che “Greatest hits remixed” è una maniera splendida (benché non proprio unica, ricordando, ad esempio, la corposa overview ”Livin' for the weekend: anthology” del 2005) per supplire, almeno in parte, a un ingiustificabile vuoto nella collezione di dischi di chi fino ad oggi ha sottovalutato i Triumph, e anche i fans, specialmente grazie ad un ricco DVD (sfortunatamente assente nella versione promozionale esaminata … ) troveranno numerosi motivi d’interesse in questa pregevole pubblicazione.
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