Sebbene i
Rootwater abbiano alle spalle già un paio di album, incrociamo la loro strada solo in occasione di "Visionism", un lavoro che si contraddistingue subito per quella sua eterogeneità, con risultati che possono portare ad accostarli ai System Of A Down.
Se la musica spazia senza continuità tra Nu, Metalcore, Thrash & Death, Prog, Folk, musica tribale e chissà che altro, la prova al microfono di un superbo Maciej Taff (anche nei Black River) è addirittura frenetica, al limite della schizofrenia, autore di growl, rap, urlacci e passaggi melodici che sconvolgono lo scorrimento di ogni canzone.
Dopo l'inevitabile (ehm...) intro sinfonica ecco che "Venture" mette a dura prova gli speakers con quell'iniziale assalto di stampo Metalcore che poi lascia spazio ai Faith No More. E con "Living in the Cage" i Rootwater osano anche di più, un calderone sonoro dato dalle molteplici influenze e soluzioni messe in campo, dando vita non solo al brano più coraggioso ma anche quello maggiormente riuscito dell'intero album, anche se poi l'altro gioiellino del disco si rivelerà proprio l'immediata e trascinante bonus track conclusiva, "Haydamaka", altro buon esempio di follia compositiva.
Nel mezzo si segnalano le atmosfere un po' alla Pain Of Salvation di "Frozenthal" o "Visionism" e quelle assolutamente stralunate di "The Ministry" ma anche la cattiveria adulterata di "Under the Mask", probabilmente anche i pezzi più indicati per coloro che volessero provare ad avvicinarsi ai Rootwater.
Ed un'occasione se la meritano senz'altro!
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?