1982, in un anno dove la scena heavy metal stava cambiando da una parte ponendo fine a band come Led Zeppelin e un interesse in diminuzione sulla scena hard rock 70’s, e dall’altra con il consolidamento e la nascita di altri gruppi come Iron Maiden, Saxon, Mercyful Fate, Virgin Steele, Manowar, Raven e molti altri ancora.
In questo panorama musicale, in Germania gli
Accept erano riusciti finalmente dopo un paio di album di assestamento, a trovare la loro identità musicale con
“Breaker”, album che li fece conoscere al di fuori dei territori Europei, e in particolare in Giappone dove negli anni successivi il gruppo sarebbe diventato molto popolare, arrivando ad incidere ad Osaka il loro primo live
“Staying A Life” successivamente nel 1985.
“Restless And Wild”, quarto album della band uscito nell’Ottobre del 1982 prosegue l’indurimento del sound iniziato con il disco precedente, e riuscendo anche a smussarne le leggere imperfezioni di quest’ultimo.
“Restless And Wild” è anche il primo disco dove figura il chitarrista
Herman Frank unicamente nei crediti però, visto che entrò negli
Accept a fine registrazione del disco, dove le parti di chitarra furono registrate totalmente da
Wolf Hoffmann.
Una nenia tedesca, tale
“Ein Heller Ein Batzen” anticipa il riff devastante di
“Fast As A Shark”, considerato uno dei pezzi anticipatori dello Speed/Thrash Metal, e dove la band non risparmia energie nel dare il 100%, fra una prestazione vocale di
Udo al cardiopalma e uno
Stefan Kauffman dietro le pelli indemoniato. La canzone iniziale cantata in tedesco era stata inizialmente voluta da
Hoffmann per rendere la canzone più umoristica, ma la band si trovò poche settimane dopo l’uscita del disco a fare i conti con la stampa pubblica, visto che
“Ein Heller Ein Batzen” si scoprì essere usata ai tempi del nazismo, cosa che portò inizialmente agi
Accept non pochi guai. E fra riff al fulmicotone come quello della Titletrack, o quello di
“Flash Rockin’ Man” (che sarà poi di ispirazione agli Iron Maiden di “2 Minutes To Midnight”) si trovano anche mid tempo dove gli
Accept si riveleranno maestri come nella coinvolgente
“Get Ready” o in
“Shake Your Heads”. Con
“Don’t Go Stealin’ My Soul Away” si ha un attimo di ammorbidimento, non troppo invasivo e assolutamente scorrevole, ma è con
“Princess Of The Dawn” che ci si trova davanti a uno dei migliori pezzi della band di sempre, fra un songwriting ispiratissimo, un riff apparentemente semplice ma in un certo modo attraente, e con una prestazione chitarristica di
Hoffmann da centro e lode, e dove gli
Accept mostrano in maniera definitiva la loro crescita musicale.
“Restless And Wild” è uno dei tanti manifesti del metal classico più diretto e privo di orpelli e fronzoli vari, e dove la musica è trasparentemente sincera, appassionata, un ritratto di tempi che furono, i quali non potranno tornare indietro ma che vivono ancora oggi nelle note musicali di capolavori come questo.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?