Gli
Accept dal 1979 al 1982 furono come una botte di Brunello Montalcino. Più andavano avanti con il tempo, e più diventavano capaci, più coscienti del loro talento, e più le canzoni acquisivano una loro identità. Dopo l’ottimo
“Restless And Wild”, la band andò subito in studio di registrazione per iniziare a comporre neanche dopo un anno di distanza, il suo successore.
Arruolato
Herman Frank alla chitarra, seppur quest’ultimo venga citato nei crediti di
“Restless And Wild”, gli
Accept misero sul mercato nel Dicembre del 1982
“Balls To The Wall”, che risulta fin dai primi ascolti come una sorta di spartiacque dai dischi precedenti, anche se a livelli impercettibili. Se da un lato, infatti, la band guadagna con ritornelli più catchy, questo non va assolutamente a discapito della qualità generale.
E’ anche a cominciare da
“Balls To The Wall” che
Gaby Hauke, moglie di
Wolf Hoffmann, ricoprirà il ruolo di manager della band, suggerendo l'inserimento di testi a sfondo politico nel songwriting, spaziando da tematiche sessuali, antibelliche, e coscienziose. Strano ma vero, si rilevò un consiglio più che efficace, e che diventerà uno dei trademark degli
Accept, soprattutto su dischi come
“Russian Roulette”.
Ci si trova di fronte a pezzi come
“Love Child” e
“London Leatherboys”, dotati di riff affilati come rasoi e una prova generale della band ineccepibile, ma che trovarono invece dalla stampa americana critiche sull’essere esageratamente ispirati ad erotismo sessuale, compresa la copertina del disco. Come successe con
“Fast As A Shark” sul precedente album,
Hoffmann spiegò come la scelta di questi temi fu dettata semplicemente da uno stile volutamente controverso, che avrebbe sicuramente dato popolarità e chiacchiericcio al disco, e questo sicuramente funzionò. L’anthemica Titletrack, con un riff che ha fatto storia, ha sempre trovato posto nella chiusura degli show della band, la quale si mostra come una dichiarata canzone anti battagliera, come si evince da una parte del testo:
“Potrai anche fottere i loro cervelli
Potrai anche sacrificarli
Potrai mortificare la loro carne e violentarli
Ma un giorno le vittime si alzeranno, e si rivolteranno contro il male
Ti faranno bere il tuo sangue, e ti faranno a pezzi” “Fight Back" prosegue con un andamento che più heavy metal non si può, mentre
“Losers And Winners” preme sull’acceleratore consegnandoci probabilmente uno dei migliori assoli di
Hoffmann. Ottimi anche i due mid tempo
“Head Over Heels” e
“Losing More Than You’ve Ever Had”, con un ottimo ritornello di quest’ultima.
“Winterdreams” è una buona ballad, ma dove sicuramente gli
Accept non sono mai stati dei maestri assoluti, mentre
“Guardian Of The Night” è un pezzo bello quadrato dove
Baltes e
Kaufmann risultano protagonisti, mettendosi bene in mostra.
“Balls To The Wall” sarà il disco che farà volare gli
Accept nelle classifiche mondiali, dove in America raggiungerà la 74esima posizione nella classifica Billboard 200, diventando poi disco d’oro nel 1990, in Germania si posizionerà 59esimo, mentre in Canada già nel 1985 si attestava attorno alle 50.000 copie vendute. Sarà considerato da molte band e musicisti come Doro Pesch, Dimebag Darrell, Kai Hansen ed Hammerfall una delle loro maggiori influenze musicali, e anche se si discosta in piccole parti dello Speed Metal puro di
“Restless And Wild”, è un disco che fece, e continua a fare la storia, riconosciuto oggettivamente come un passo fondamentale nella storia degli
Accept.
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