Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2010
Durata:56 min.
Etichetta:New Model Label

Tracklist

  1. I'M SORRY
  2. FINGERS
  3. UNUS
  4. RASHUA
  5. BLOOD UPON THE WHEEL
  6. THE BITTER HAIL
  7. 3 DAWNS
  8. TOMORROW WILL BE GONE
  9. FIST
  10. LATE EMPIRE

Line up

  • Emanuele Rontino: Vocals
  • Marco Albanelli: Guitar
  • Domenico Muscariello: Bass
  • Thomas Manna: Drums

Voto medio utenti

Quando si pensa all'isola di Ischia, possono venire in mente tante cose, quando poi ci si concentra sulla musica che un gruppo di ragazzi di questa isola può fare ecco che ci può veramente venire in mente poco... invece i Thisorder, sono una bella sorpresa.
Un esempio di stesura, di composizione di arrangiamenti e di esecuzione veramente da fare invidia ai top delle produzioni d'oltre oceano.
Si signori! Se eravate abituati al fatto che certe sonorità potevano venire prodotte solo al di là dell'oceano Atlantico vi sbagliavate di grosso... certo da noi sono veramente pochissimi a potersi permettere di farlo bene... basta una mano e non dovete impegnare nemmeno tutte le dita.
Inner Island, ultimo lavoro dei Thisorder è una di queste poche e sparute dita!
Certo il mastering è stato fatto a New York, da un elemento dalla reputazione indiscutibile (Justin Shturtz dello Sterling Sound) ma in questi casi è quasi obbligatorio far fare l'ultimo step di imprinting sonoro da qualcuno che sa come vanno fatte certe cose e che poi non rovina tutto il lavoro fatto prima con scelte “mediterranee” opinabili e fuori luogo per certi sound...
Dalla prima all'ultima delle dieci tracce presenti su quest'album non c'é mai da annoiarsi.
Ottimo inizio con “I'm Sorry” i brani successivi spaziano tra batterie ottimemente suonate, linee di basso mai banali, ritmiche di chitarre dai suoni limpidi ed energici allo stesso tempo e melodie di canto in tutto e per tutto originali ed interessanti.
Un accenno acustico in “The Bitter Hail”, brano di mezzo e classica ballad dai sapori vagamente psichedelici degli anni settanta.
Conclusione con una garbatamente arrabbiata “Fist” e curiosa “Late Empire”.
Furba anche la ghost track... ma essendo ghost farò fina di non averla sentita.
Che dire di più? Forse nulla... a parte Bravi Ragazzi!!! Fate sentire a tutti che anche gli italiani sanno fare della ottima musica rock.
Recensione a cura di Guido 'Sybelius' Zerbin

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