Gli
Abramakabra sono un progetto italo-americano che, stando quanto riportato dalla nota di presentazione, si definiscono come il punto di incontro ideale di band come Neuroris, Sunn O))), Electric Wizard, Kyuss e Goblin. Influenze certamente palpabili che emergono nei vari brani che compongono il loro disco d'esordio
"The Imaginarium", più di tutti certamente gli inglesi Electric Wizard: già l'iniziale "The Weight Of Blue Butterflies" altro non è che "Eko Eko Azarak" su cui il gruppo gioca un po', con effetti e parti dal sapore droneggiante. Con la successiva "Following The Steps Of Mammuth Lord" ci si mette a seguire un branco di mammut strafatti di acido, la cui marcia è scandita da effetti psichedelici e spaziali degni dei migliori Hawkind. "Spectrum: The Void" iniza Sunn O))) che più Sunn O))) non si può, con una chitarra cupissima intervallata da rumori sinistri ed arpeggi agghiaccianti, per poi cambiare mood e assomigliare nuovamente ad un brano degli Electric Wizard (sarei pronto a giurare che il riff è proprio rubato a loro!). Già leggendo il titolo è facile aspettarsi che la successiva "Ultra Magik Ultra Fanatik" sia un brano stoner duro e puro, e le aspettative non vengono certo deluse: lo spettro dei Kyuss pare fare capolino in maniera inquietante accompagnando tutto lo svolgersi della canzone, mentre la seguente "Cabalactical Galactibal" è una specie di trip fatto di Goblin ed Hawkind, trasformandosi poi un pezzo stoner al 100% accompagnato da vocals disturbanti. Non bastassero i Goblin, gli Abramakabra rivisitano un pezzo che i Libra originariamente scrissero nel 1977 come colonna sonora dell'horror "Schok" del maestro Mario Bava, proponendone una versione che mantiene il suo incedere cupo e maligno, amplificato però da qualche effetto sinistro. Maestosa. La presenza inquietante dei Sunn O))) è presente in maniera massicia anche in "Mystika Vulcanica", pur non dimenticando una dose altrettanto possente di Electric Wizard. A sopresa, direi, c'è spazio per un'altra cover, questa volta dei The Police: già l'originale ha un flavour misticheggiante e intrippante, la colonna sonora ideale mentre l'occhio viene ingannato da un miraggio nel caldo torrido del deserto. Gli Abramakabra riescono a renderlo ancora più allucinato e straniante, seppellendo letteralmente la melodia portante con effetti droneggianti da trip.
"The Imaginarium" è un disco dalle molteplici influenze, che certamente farà la felicità di coloro che apprezzano le sonorità delle band citate in apertura di recensione. L'unica pecca di questo album può essere forse l'eccessiva dipendenza/somiglianza da quelli che sono i numi tutelari (apertamente dichiarati, sia chiaro) degli Abramakabra. Livellato questo piccolo difetto, la band è pronta per entrare nei grandi del genere.
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