La formazione norvegese guidata dal carismatico Satyr è forse fra le icone più note e longeve della musica dannata per eccellenza, il black metal; capolavori indiscussi come "The Shadowthrone", "Nemesis Divina" e lo splendido "Dark Medieval Times" hanno certamente influenzato innumerevoli schiere di band spingendo per la prima volta il black metal, nel senso più truce e vero della parola, fuori dall'oscura nicchia nella quale era nato ed aveva prosperato fino a quel momento, quasi come fosse il Gollum dei generi musicali. Molte furono le polemiche scaturite pochi mesi or sono, quando la band norvegese decise di firmare per la prestigiosa Emi, una delle major più conosciute in ambito mondiale; allora Satyr si trincerò dietro le solite affermazioni altisonanti dichiarando di voler spargere il maligno verbo del black metal nel raggio più ampio possibile, e sfruttando la EMI per questo obbiettivo. Personalmente non credo ci sia bisogno di giustificare l'ottima scelta compiuta dai Satyricon, ora forti di un budget sicuramente più elevato, come l'ottima produzione del nuovo disco dimostra, e di un'esposizione infinitamente superiore rispetto a prima; d'altronde i tempi in cui la formazione norvegese dichiarava puerilmente di voler stuprare le suore ed eliminare il Papa si sono conclusi con l'uscita dall'adolescenza da parte dei due leader. Il precedente "Rebel Extravaganza" aveva lasciato intuire in maniera abbastanza decisa la volontà di cambiamento che in questo "Volcano" esplode invadendo ogni anfratto del sound targato Satyricon. Curiosamente brani come "Fuel For Hatred" e "Possessed" mostrano nel riffing alcune inedite influenze rock'n roll, a tratti quasi Motorhead, mentre brani come "Angstridden", arricchita da una partitura di voce femminile decisamente inquietante, non lasciano dubbi sull'amore di Satyr verso sonorità moderne. "Suffering The Tyrants" e "Mental Mercury" sono probabilmente i brani più legati al black metal vero e proprio, sebbene anche in questo caso le radici appaiano decisamente lontane; a sigillo del disco viene posta la discussa "Black Lava", 14 minuti e 30 riempiti da pochi miseri riff, oltretutto non particolarmente ispirati, e da qualche frase ad effetto come "the smell of black metal". Finora ho cercato, vigliaccamente, di esprimermi nella maniera più imparziale possibile, ma in ogni recensione arriva il momento in cui il recensore deve comunicare ai lettori se ha gradito il disco o se non lo ha trovato convincente. Ebbene: a mio personalissimo parere, maturato dopo una settimana d'ascolto ininterrotto ed influenzata dall'enorme stima che provo nei confronti della band sin dagli esordi, "Volcano" è un disco inutile, basato soprattutto su alcune soluzioni d'effetto che non mancheranno di compiacere coloro che si sentano membri di una fantomatica elite ma che, in realtà, altro non fanno che mascherare una sconcertante carenza d'idee. Satyr e Frost probabilmente sanno di poter contare su una fitta e fedele schiera di fan di cui parte disposta a giustificare ogni gemito del singer facendolo passare per arte maledetta, e giustamente se ne sono approfittati sfornando un prodotto studiato a tavolino, con alcuni brani orecchiabili ed in parte validi, infarcito di trovate fintamente provocatorie, a volte seminascoste, probabilmente al fine d'essere individuate dall'ascoltatore per farlo sentire speciale ed in simbiosi con il "misterioso" karma dei due mastermind della band. Un disco discreto, quindi, che certamente non faticherà a conseguire il plauso della critica e della folla, ma che si pone come il punto più basso mai toccato nella carriera dei Satyricon.
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