Copertina 7

Info

Anno di uscita:2010
Durata:50 min.
Etichetta:Equilibrium Music

Tracklist

  1. IMMACULADA
  2. TEMPTATION
  3. ADORATION
  4. DAMHSA NA GCEITHRE GHAOTH
  5. INVIDIA
  6. CETATEA CISNADIOARA
  7. THE SILENT STARS
  8. RETURN TO SPIRIT

Line up

  • Duncan Patterson: guitars, bass, piano, keys, percussion, mandolino
  • Vic Anselmo: vocals
  • Oana Alexandra Coman-Sipeanu: vocals
  • Gokce Coskun: violin
  • Aoife Cuthbert: vocals
  • Lisa Cuthbert: vocals
  • Ana Figueredo: flute
  • Colin Fromont-Placenti: djembe, cajon
  • Mark Kelson: vocals
  • Steve Mullen: uillean pipes
  • Mila Maia: vocals
  • Veronica Neumann: vocals
  • Gina Rios: vocals
  • Nuno Roberto: guitars
  • Viola Roccagli: vocals
  • Laura Santos: vocals
  • Filipa Vale: violin, cello

Voto medio utenti

Ion è il progetto di Duncan Patterson, ex Anathema e Antimatter, e “Immaculada” è il secondo disco, licenziato dalla portoghese Equilibrium Music (già etichetta dei nostrani Ashram).
Il nostro fonde la tradizione celtico/gaelica dell’Irlanda con quella mediterranea/classica di Grecia e Portogallo. Servendosi di uno stuolo di guest, e usando a profusione strumenti tradizionali, dà vita ad una serie di composizioni folk che hanno quale pregio maggiore quello di portare l’ascoltatore ora sulla sabbiose spiagge di un’isoletta greca, bagnata dal mare e baciata dal sole, ora sulle cliffs della costa occidentale irlandese, a contemplare l’oceano in tempesta.
Il nostro, tra le altre cose, tenta anche di fondere le due anime di questo disco, con risultati non eccellenti a mio parere, dando il meglio di sé quando tiene separate le due tradizioni.
Le prime due canzoni, la title-track e “Temptation” rimandano al mare nostrum, al mediterraneo, con ampio uso di strumenti e melodie classiche, talvolta vicine ad un flavour mediorientale. A seguire si torna nel folklore irlandese, con le sue contee immote da secoli, il ritmo della vita scandito dal ritmo delle stagioni, e sembra primavera quando “Adoration” parte, con una suadente voce femminile che duetta con un flauto dolce.
Il disco è certamente disomogeneo, non ha un filo conduttore preciso, apparendo come una sorta di album fotografico, dove sono riportate frammenti di un viaggio, come fossero istantanee di momenti estemporanei.
A mio modo di vedere, sarà per il fatto che Duncan è comunque britannico, ma il versante celtico/gaelico convince di più, apparendo nutrirsi di un substrato spirituale più profondo.
Il risultato finale convince anche se non fa gridare al miracolo.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.