Sono felice di poter affermare che i
Neverdream non ne sbagliano una.
Giunti al loro terzo capitolo sulla lunga distanza, i capitolini ci rifilano un nuovo concept, “
Said”, che è forse il momento più alto della parabola ispirativa del combo. 7 tracce per 65 minuti di prog metal davvero di gran classe, che ai momenti tecnici ed intricati preferisce intrecciare partiture vocali spesso sussurate e malinconiche, per poi lasciare spazio ai bravissimi strumentisti della band, con particolare attenzione all’innesto del sax in formazione, strumento non comunissimo in questo genere musicale, ma semplicemente affascinante se inserito con gusto e misura, cosa che qui, per nostra/vostra fortuna, accade puntualmente.
Il nuovo concept esplora le mille problematiche di sviluppo di un continente come l’Africa, parlando di stragi e guerre civili, di lotte per la libertà, di Mandela e della sete, della malattia e del voodoo, mille aspetti di una storia antica come l’uomo, qui raccontata sapientemente e sempre con ottimo gusto.
Il punto forse più alto di “Said” risiede nella lunga suite conclusiva, “
The Long Walk to Freedom”, ma vi assicuro che questo cd ospita momenti davvero entusiasmanti, come il minuto iniziale della stupefacente opener “
Kinshasa”, o la bellissima "
Voodoo", da ascoltare e riascoltare per godersi appieno le mille sfumature che questi signori Musicisti sanno mettere in musica. Di certo, la ricera sonora qui somiglia più ai Tool, e ai Porcupine Tree in certi momenti più leggeri, anche se a me, soprattutto nelle parti strumentali ( e NON nella voce) continuano a rimandare ai Pain of Salvation di "One Hour...".
Un filo prevedibile nelle parti vocali, che sembrano a volte sacrificate sull’altare dello strumento, ma la sostanza non cambia: i Neverdream crescono e progrediscono ad ogni passo. Complimenti.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?