Abbastanza incomprensibile il successo mediatico e non che stanno riscuotendo i
Sabaton ultimamente, specialmente il passaggio da una label più che modesta come la
Black Lodge (ma che durante gli anni ha saputo tirar fuori belle formazioni) alla potenza
Nuclear Blast, alla luce di tre album carini ma poco più, basati su un power metal boombastico e pieno di cori ed orchestrazioni, a cui fa da contrasto la voce roca e profonda di
Joakim Broden, vero mastermind del combo svedese.
La formula dei Sabaton non è cambiata nel corso degli anni ed anche "
Coat of Arms" si allinea ai lavori precedenti, essendo un album ben fatto, splendidamente confezionato (artwork, booklet e packaging di primissimo livello!), prodotto in maniera esemplare da
Peter Tagtren nei redivivi
Abyss Studios, ma che lascia ben poco sia all'immaginazione sia alla qualità: non che sia brutto, ma la musica dei Sabaton stanca presto se presa non a piccole dosi, complice l'esuberanza di epicità un po' pacchiana che sovraccarica le loro già sfarzose composizioni.
"
Coat of Arms" non cambia la carriera dei
Sabaton, confermandone le qualità ma anche i difetti: i già acquisiti fan della band svedese troveranno un altro disco di loro gradimento, mentre gli scettici continueranno ad ignorarli; la nostra posizione è intermedia, riconoscendo ai Sabaton di essere un buon gruppo di seconda fascia nel panorama power europeo, magari con qualche lampo ed intuizione sopra la media, ma nulla più.
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