Senza voler male a questi onesti mestieranti tedeschi, possiamo senz'altro dire che lo stato di salute del metal attuale è rappresentato dalla posizione degli
Equilibrium, band folk death metal tedesca, giunta al terzo album, di cui ben il secondo sotto la
Nuclear Blast.
Non più di dieci anni fa, un gruppo carino ma nulla più come gli Equilibrium avrebbe vinto forse un concorsino on line ed avrebbe visto il loro pezzo migliore inserito in un disco di una grande band, così, come riconoscimento, stessa cosa che accade agli svizzeri
Excelsis, che si videro premati nel 1999 con il pezzo "
Dragonslayer", tratto dal fortunato "
Kurt of Koppigen", inserito nel secondo album dei lanciatissimi
Iron Savior di
Piet Sielck e Kai Hansen, prima di scomparire nell'oblio.
Ecco, gli Excelsis di quel tempo non hanno nulla da invidiare agli Equilibrium di oggi, eppure la storia ha fatto il suo corso, e vediamo una band faticare ad incidere album per la misconosciuta Non Stop Records mentre l'altra macina dischi (e merchandise, quindi soldi) per la celeberrima Nuclear Blast: dov'è l'inghippo?
Purtroppo la qualità media si è abbassata drasticamente ed oggi valutiamo in maniera esagerata quello che un tempo avrebbe meritato una striminzita sufficienza: non che gli Equilibrium siano scarsi o indecenti, tutt'altro, ma da qui ad esser una delle uscite di punta della label metal di riferimento degli ultimi anni ce ne passa.
Il loro lavoro lo fanno onestamente: un folk metal con radici blackettose, specialmente nella voce del nuovo arrivato
Robert "Robse" Dahn, che zero ha cambiato nello stile della band, arrangiamenti molto curati, presenza sporadica di angeliche e soavi gorgheggi femminili, produzione ultra curata e pompatissima, anche grazie all'uso delle onnipresenti tastiere, e tanta, tanta melodia che infarcisce in abili arrangiamenti anche i brani al primo ascolto più duri e pesanti ma che in realtà puntano tutto sui coretti, sugli stornelli, sull'easy listening.
Tutto carino, tutto apprezzabile, tutto gradevole: ma a questo punto tanto vale mettere sotto contratto band notevolmente superiori e decisamente fuori parametro come i
Menhir, costretti ad incidere per etichette locali come la
Perverted Taste, ed a questi affiancare gruppi onesti come i tedeschi Equilibrium, onesti mestieranti come detto, buoni compositori, ma nulla più.
Gli diano comunque un ascolto gli appassionati del genere, l'enfasi conferita ai brani in post produzione è davvero notevole.
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