Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:31 min.
Etichetta:Subordinate

Tracklist

  1. UOMO O MERDA
  2. TEMA: COLLASSO
  3. UNTITLED (BLACK ON GREY 69/70)
  4. NOUVELLE DE SPASTICITÉ & ÉPILEPSIE
  5. DEFRAGMENTATION ROTUNDA
  6. IL SECONDO TRAGICO
  7. CORPUSCLES
  8. PITHECANTHROPUS SAPIENS SAPIENS
  9. BIODEGRADAZIONI
  10. FREE-NON-JAZZ POWERVIOLENCE SONATA

Line up

  • Stefano Ferrian: guitar, vocals, sax
  • Marcello Sarino: bass, vocals
  • Federico De Bernardi di Valserra: drums
  • Luca T Mai: sax

Voto medio utenti

Con ben sette mesi di ritardo dalla sua uscita, approda finalmente sulle sponde di Metal.it il secondo album dei malatissimi Psychofagist, dal fantozziano titolo "Il Secondo Tragico". Rispetto al primo ed omonimo disco, sono da registrarsi due importanti cambi di formazione che vedono l'ingresso del batterista Federico De Bernardi di Valserra e di Luca T Mai al sassofono baritono, entrambi in grado di dare nuova linfa vitale alla musica del gruppo: ci si muove sempre in territori sperimentali ed avanguardistici, in cui grindcore e freejaz flirtano incestuosamente e senza pudicizia alcuna, generando dieci figli bastardi senza alcun controllo. Ma la furia degli Psychofagist è controllata, è una bestia che la band è in grado di gestire alla perfezione facendola ruggire ed un attimo dopo rendendola mansueta con la sola imposizione delle mani. De Bernardi è un batterista con alle spalle una formazione musicale tout court e si sente, tanto che "Il Secondo Tragico" ha un incedere meno "metallico" rispetto a "Psychofagist" e mostra una maggiore contaminazione di fondo (lo stacco jazzato su "Tema: Collasso" ne è la riprova), dove il contributo schizofrenico del sassofono si muove a proprio agio, con suoni acidi e lancinanti. "Uomo O Merda", "Tema:Collasso", "Defragmentation Rotunda" (letale l'inizio), "Free Non-Jazz Powerviolence Sonata" o "Il Secondo Tragico" sono gli episodi migliori del disco, schegge impazzite che probabilmente solo la mente di un malato è in grado di comprendere a pieno e di leggerne il disegno che ci sta dietro.
Sicuramente stiamo parlando di un disco che non è adatto a tutti i palati, ma che per via della sua natura "difficile" è indicato per tutti coloro che amano le forme di espressione più estreme (e non stiamo riferendoci solamente all'ambito brutal/grind). E se, come spesso mi è capitato di sentire durante i concerti del gruppo, pensate che gli Psychofagist facciano rumore e non musica...beh, non avete capito proprio un cazzo.
Recensione a cura di Michele ’Coroner’ Segata

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 30 ago 2010 alle 09:07

mamma mia... è un mattone da digerire, al primo ascolto appare disorganico, la commestione jazz/grind è veramente dura. ma alcuni stacchi rallentati e divagazioni sono davvero fenomenali. ancora un po di ascolti per assimilarlo, approfondirlo e apprezzarlo fino in fondo.

Inserito il 29 lug 2010 alle 16:01

coroner fra martino campanaro

Inserito il 29 lug 2010 alle 15:26

@Pasko: secondo me non ti piace il genere e semplicemente rientri nella categoria di ascoltatori descritti in chiusura di rece (con rispetto parlando, sia chiaro ;) ). Detto questo, credo che gruppi come Hour Of Penance, Vomit The Soul, Fleshgod Apocalypse, Psychofagist o Forgotten Tomb siano tutt'altro che sopravvalutati...tra l'altro mi preme sottolineare come il campanilismo non rientri tra i miei passatempi preferiti

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