Con ben sette mesi di ritardo dalla sua uscita, approda finalmente sulle sponde di
Metal.it il secondo album dei malatissimi
Psychofagist, dal fantozziano titolo
"Il Secondo Tragico". Rispetto al primo ed omonimo disco, sono da registrarsi due importanti cambi di formazione che vedono l'ingresso del batterista
Federico De Bernardi di Valserra e di
Luca T Mai al sassofono baritono, entrambi in grado di dare nuova linfa vitale alla musica del gruppo: ci si muove sempre in territori sperimentali ed avanguardistici, in cui grindcore e freejaz flirtano incestuosamente e senza pudicizia alcuna, generando dieci figli bastardi senza alcun controllo. Ma la furia degli Psychofagist è controllata, è una bestia che la band è in grado di gestire alla perfezione facendola ruggire ed un attimo dopo rendendola mansueta con la sola imposizione delle mani. De Bernardi è un batterista con alle spalle una formazione musicale tout court e si sente, tanto che "Il Secondo Tragico" ha un incedere meno "metallico" rispetto a "Psychofagist" e mostra una maggiore contaminazione di fondo (lo stacco jazzato su
"Tema: Collasso" ne è la riprova), dove il contributo schizofrenico del sassofono si muove a proprio agio, con suoni acidi e lancinanti.
"Uomo O Merda",
"Tema:Collasso",
"Defragmentation Rotunda" (letale l'inizio),
"Free Non-Jazz Powerviolence Sonata" o
"Il Secondo Tragico" sono gli episodi migliori del disco, schegge impazzite che probabilmente solo la mente di un malato è in grado di comprendere a pieno e di leggerne il disegno che ci sta dietro.
Sicuramente stiamo parlando di un disco che non è adatto a tutti i palati, ma che per via della sua natura "difficile" è indicato per tutti coloro che amano le forme di espressione più estreme (e non stiamo riferendoci solamente all'ambito brutal/grind). E se, come spesso mi è capitato di sentire durante i concerti del gruppo, pensate che gli Psychofagist facciano rumore e non musica...beh, non avete capito proprio un cazzo.
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