Ormai in attività da parecchi anni (l'esordio "Nocturnal Rhymes Entangled in Silence" risale al 1997), gli
Inner Shrine proseguono in quel loro percorso artistico che col tempo si è evoluto, e non poco, facendosi via via più complesso ed articolato, sul profilo musicale e concettuale.
Realizzato già lo scorso anno, ed ora reso disponibile in un elegante e curato A5 digi-book dalla My Funeral Records, il loro quarto album, "Mediceo", è un omaggio alla storia della loro città di provenienza: Firenze (a partire dal titolo sino a canzoni come "Cum Gloria" o "Il Magnifico")
Liricamente (gran parte dei testi sono in latino) e musicalmente ricercato, la musica degli Inner Shrine si ammanta di pulsazioni sinfoniche, canti gregoriani ed orchestrazioni, soluzioni che vengono esaltate dalla voce del soprano Cecilia Boninsegni, ormai da anni al fianco del gruppo ed in questo contesto uno dei cardini su cui ruota l'album.
Le canzoni scivolano via, mai banali ed enfatizzando gli sforzi compositivi di Luca Liotti e Leonardo Moretti, dalle malinconie della pianista "L'Elettrice Palatina" o l'incedere solenne di "Cum Gloria", sino al pathos sinfonico della breve "Enea" e della conclusiva "Odissea".
In questo contesto quelli che finiscono per soffrire sono gli strumenti "classici" (beh... in ambito Metal o perlomeno Rock), come la batteria e le chitarre, che trovano davvero pochi spazi e comunque il più delle volte relegati in secondo piano (e questo lo si può facilmente cogliere su "Il Magnifico"), mentre l'assenza di parti estreme acuisce l'evidente allontanamento dall'immaginario Metal. Tuttavia, vista la cura con cui è stato realizzato "Mediceo", credo che si tratti di una scelta ben ponderata e voluta.
Si tratta quindi di un’uscita che non punta sull'impatto e su composizioni di facile presa, con mille sfumature e sfaccettature che ci accompagnano in questo viaggio che ci porta sino all'affascinante Florentia.
Metal e non solo...
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