“Crystallized”, terzo album dei tedeschi
Wicked Sensation, può essere considerato una sorta di “ritorno a casa”.
Il rientro nei ranghi di Robert Soeterboek (di fama Ayreon, il quale si riappropria della gestione microfonica dopo averla ceduta brevemente al suo illustre collega ex-Victory Fernando “Toro Loco” Garcia, autore di una brillantissima prova nel precedente “Exceptional”) e del suo timbro pastoso, infatti, riporta le traiettorie dell’intera band a battere i polverosi e sudati sentieri dell’hard-rock blues, ma trattandosi di una formazione teutonica, non sorprende troppo trovare nell’impasto sonoro, oltre ad un livello tecnico di spessore (con la garanzia Dennis Ward ora pure in line-up oltre che in cabina di regia, e alcuni ospiti illustri), pure una tempra (melodica) di notevole impatto, mentre, appena un po’, possono stupire i modesti tentativi di “aggiornamento” inseriti in un contesto che fondamentalmente guarda al “passato” per la sua esibizione artistica.
Ne scaturisce un disco piuttosto interessante, dove l’eredità del rock-blues inglese tracciato da punti cardinali quali Led Zeppelin, Bad Co. e Whitesnake (Coverdale è senz’altro il modello basilare dell’educazione vocale di Robert, forse pure troppo!) si scontra con bagliori di power metal, scorie di rock adulto e riverberi di “modernismi”, per un ibrido con parecchie luci e solamente qualche ombra.
Scendiamo nel dettaglio: “Better world”, "Lost in a world“, “Love to play” (praticamente ininfluente il ritornello
proto-rap!), “Gimme the night” (lo spirito hard-funk-blues contagia anche Arjen Lucassen!), la fremente "Running trhough your veins” e “Bleeding hearts” sono, in pratica, eccellenti “restauri”della tipica arte sibilante del Serpente Bianco, al limite arricchita da costruzioni armoniche (soprattutto nell’architettura di alcuni refrain) di marca
power-osa, “Give it up” è un funk-rock Aerosmith-
iano (con le tastiere di Eric Ragno invitate al festino!) abbastanza trascinante seppur non completamente focalizzato, mentre tocca a “My turn to fly”, cantata in coppia con Andi Deris, l’onere di rendere il progetto una “faccenda” adatta anche alle classifiche, aggiungendo alla miscela un tocco “gotico” e ottenendo, con un piccolo sforzo di fantasia, qualcosa a metà strada tra gli Helloween di “The dark ride” e i 69 Eyes (!).
Il risultato non è “trascendentale” ma nemmeno fallimentare, anche se per quelli che cercano qualcosa di vagamente “insolito” e decisamente più convincente, consiglio "Am I right” e ancora di più "Ordinary man”, la quale combina i soliti Whitesnake, i Queensryche, i King’s X e i Cheap Trick, in modo davvero avvincente.
“Fistful of dreams” esplora il versante maggiormente AOR con buona proprietà espressiva e tuttavia nel settore squisitamente melodico preferisco la malinconia acustica "The love I used to know”, dove i Bad English sembrano stati chiamati ad esibirsi con i Blue Murder, laddove “Lonely is the night” si segnala per una bella (e inoffensiva) linea melodica.
“Crystallized” è un disco parecchio competente, che cerca di sopperire alle piccole carenze d’ispirazione con qualche contaminazione e qualche “furbizia” … probabilmente non indispensabile, ma sicuramente apprezzabile quanto può esserlo il “superfluo” di qualità.
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