Nell'accingermi a recensire l'ultimo album degli Skullview, "Metalkill the World", mi sono ricordato che agli albori di Metal.it avevo già incrociato la strada con Joe Garavalia e soci in occasione del loro secondo disco.
Ecco cosa scrissi allora: [ ... E' con un certo (forse eccessivo) ritardo che mi avvicino a questo "Kings of the Universe" realizzato l'anno scorso dagli
Skullview, band statunitense intervistata recentemente proprio dal sottoscritto su Metal.it. Per la cronaca, si tratta del secondo album, che segue il debut "Legends of Valor", del quale riprende le coordinate musicali, molto vicine alla scuola degli anni ottanta, un po' retrò. Certo ci sono dei limiti nel songwriting ed in taluni casi anche nell'esecuzione, ma il tutto è pareggiato dalla spontaneità degli otto brani contenuti su questo CD.
La prima traccia è quella che dà il titolo all'album, e si apre con un riff maideniano ed il singer che fa il verso a Dickinson. Certo il tutto in maniera più robusta, e con un po' di cattiveria, tipica dei gruppi power americani, in più rispetto ai Maiden, il ché non fa mai male e subito si nota un miglioramento nella produzione rispetto al passato. Ancora sulla scia della vergine di ferro la seguente "Hand of Zeus" con Quimby che si atteggia nuovamente a novello Dickinson, (e continuerà per il resto del disco) specialmente con quegli "urletti" nel finale convulso. "In League with the Dragon" alza notevolmente il livello qualitativo, inizio lento e ritmi marziali per poi prendere velocità, dal vivo dovrebbe fare sfracelli visto l'approccio di Quimby al refrain, il pezzo che preferisco. "Cobwebs and Shadowed Images" non aggiunge nulla. "Mourning Light" si fa notare, certo non per l'arpeggio acustico mal riuscito, ma si dipana melodrammatica ed elettrica, avvicinabile ad alcune cose dei Metal Church del secondo periodo (quello con il grande Mike Howe alla voce). Dei tre brani che mancano alla conclusione, spicca la conclusiva, "Power of the Gleam of the Skull (part.2)", la cui prima parte chiudeva "Legend of Valour". A differenza del brano contenuto sul debutto, dai toni atmosferici, siamo di fronte ad un brano veloce e compatto, più immediato, anzi il più aggressivo del disco.
Attualmente gli Skullview hanno avuto problemi di line-up, per la defezione del cantante, anche se prontamente sostituito da tale Joe Lawson. Quindi l'uscita di "Consequences of Failure", inizialmente prevista per l'estate è slittata più avanti nel tempo. Spero in quell'occasione, di riuscire a parlarvene al momento dell'uscita... ]
PS: non ho poi mantenuto fede all'impegno, finendo con il posticipare l'appuntamento a "Metalkill the World".
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