Roswell Six - Terra Incognita: A Line In The Sand

Copertina 7,5

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2010
Durata:65 min.
Etichetta:ProgRock Records

Tracklist

  1. BARRICADE
  2. WHIRLWIND
  3. THE CROWN
  4. LOYALTY
  5. MY FATHER’S SON
  6. WHEN GOD SMILES ON US
  7. NEED
  8. SPIRAL
  9. BATTLEGROUND (INSTRUMENTAL)
  10. VICTORY

Line up

  • Henning Pauly: guitar, bass, keyboards, drums, orchestration
  • Steve Walsh: vocals
  • Michael Sadler: vocals
  • Sass Jordan: vocals
  • Alex Froese: vocals, backing vocals
  • Nick Storr: vocals, backing vocals
  • Charlie Dominici: vocals
  • Juan Roos: backing vocals
  • Arjen A. Lucassen: backing vocals

Voto medio utenti

Secondo capitolo della saga Terra Incognita, sontuoso progetto di convergenza tra rock e letteratura fortemente voluto da Shawn Gordon (boss della ProgRock Records e produttore esecutivo dell'opera), congegnato dagli scrittori Kevin J. Anderson e Rebecca Moesta e messo in pratica da una squadra di eminenti musicisti in grado di “far tremare i polsi” ad ogni musicofilo che possa definirsi tale.
Analogamente a quanto accaduto con “Beyond the horizon”, anche “A line in the sand” ha una sua controparte letteraria (intitolata “The map of all things”) nelle vesti d’ispirazione concettuale, e se in quel primo caso una narrazione basata su navigatori, vascelli e mostri marini aveva in qualche modo esplorato il versante più leggiadro del prog-metal-rock, nel nuovo full-length una storia di conflitti e violenza scatena un approccio maggiormente aggressivo e greve, pur mantenendo intatte le brillanti prerogative epico-sinfoniche del debutto e conservando al contempo quelle ammalianti inserzioni hard-rock che lo avevano reso ancora più prezioso, concreto e fruibile.
Con un nuovo condottiero musicale nella persona di Henning Pauly (Frameshift, Chain, Shadows Mignon) e la solita pletora di campioni della fonazione modulata, i Roswell Six sfornano, così, un albo parecchio comunicativo, pieno di composizioni ricche e variegate, stacchi e cadenze trascinanti, atmosfere pregne di pathos e grinta, e di una cura certosina nel fare in modo che il quadro generale appaia coeso, corposo e organico e non il risultato dell’opera illuminata di tante singole personalità di spicco interessate ad emergere singolarmente più che a rendere credibile e fluido un concept così prestigioso.
Il risultato presenta qualche minima e probabilmente inevitabile disomogeneità, ma non è proprio possibile farle pesare eccessivamente nell’economia di sessantacinque minuti di valore artistico elevatissimo, ottenuto, è ovvio, anche per merito delle laringi scintillanti di Steve Walsh (sentitela aggredire la vibrante solennità di “Barricade” e di “Spiral” o, con il fattivo contributo dell’ex Dream Theater Charlie Dominici, lo splendore oriental-belligerante di “My Father’s son”), Michael Sadler (una sicurezza, capace di pilotare l’hard-prog mutante di “Whirlwind”, la sinfonia di marca Saga-esque "Victory" e di turbare nella delizia vagamente Floyd-iana “Loyalty”), Sass Jordan (la voce della rediviva cantante canadese è un autentico generatore di combustioni al calor bianco nell’eccellenza bluesy di “The crown” e si dimostra un’inclemente fonte di “cuori infranti” nella soffice "Need"), e pure Alex Froese (Frameshift) e Nick Storr (The Third Ending), sanno come far vibrare con dovizia e intensità le proprie corde vocali (anche per merito loro la vigorosa “When God smiles on us” è un altro momento assai godibile del disco).
“Terra Incognita: A line in the sand” è un Cd da non perdere se amate il prog sfarzoso, energico, immaginifico e d’istantanea comprensione e se non avete obiezioni “etiche” da sollevare nei confronti di prodotti realizzati in forma “all-star”, dove un pizzico di omogeneità è sacrificato sull’altare di un’inattaccabile competenza.
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.