La reazione di tutti è stata la stessa: "ma come, un tributo ai Vanadium con dentro Pino Scotto?" . Ebbene sì, questi Fire Trails non sono che l'ennesima reincarnazione parziale dei Vanadium; dopo la carriera solista di Pino Scotto da un lato e i Diumvana dall'altro, ecco arrivare i Fire Trails, per la verità già in giro da parecchi mesi nei club del Nord Italia per concerti.
Non si può che provare piacere nell'inserire il cd nel lettore e sentire le note di "Run too Fast", esattamente come anni e anni fa, adagiando la puntina su un vinile oggi consunto dal tempo, sentii per la prima volta le stesse identiche note all'apertura dello stupendo "Born to Fight". Che emozione, ragazzi… La scaletta è una goduria, basta solo scorrere i titoli per rendersene conto: "Arms in the Air", "Too Young to Die", "Streets of Danger"... cosa chiedere di più? Beh, in merito alla scelta dei pezzi niente, assolutamente niente, ma... presto, ahimè, ci si deve ricredere sul valore complessivo di questo album. Innanzitutto non esalta la produzione, specialmente per quanto riguarda le chitarre, che hanno un suono davvero casereccio e poco adatto al sound delle composizioni. Anche la performance individuale dei cinque lascia in parte desiderare; se escludiamo un Pino Scotto non all'altezza del passato ma sempre in grado di emozionare, il resto passa proprio nell'anonimato, comprese le tecniche escursioni chitarristiche di Steve Angarthal che non ricordano nemmeno lontanamente il tocco di Stefano Tessarin. Basti sentire l'esordio di "Streets of Danger" per rendersene conto... Insomma, dopo l'esaltazione iniziale si arriva presto alla mezza delusione. Non male i tre nuovi inediti ("Moving Soul", "Goin' On" e "Wild Horse"), purtroppo però penalizzati anch'essi da una produzione non certo all'altezza. Se siete vecchi fans della band potreste rimanere delusi da questa rivisitazione dei classici, che raggiunge con molta fatica la sufficienza; se invece conoscete poco della storica band italiana questo lavoro potrà risultarvi facilmente reperibile, al contrario purtroppo degli Lp degli esordi, ma non crediate sia molto rappresentativo dello storico passato che fu. Se trovate gli album che vanno da "Metal Rock" (1982) al capolavoro "Born to Fight" (1986) fateli vostri. Tutta un'altra storia...
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