Nell'imminenza dell'uscita di "Red Silent Tides", sesto album degli Elvenking, sono andato a ripescare la recensione, pubblicata a suo tempo sia sulla prima incarnazione di Metal.it sia sulla fanzine HM'zine (ciao e grazie, Beppe!), del loro demo "To Oak Woods Bestowed", che diede il via alla loro carriera discografica.
Un primo lavoro ingenuo (... beh, molto meno della mia recensione!) ma già eloquente sulle potenzialità degli Elvenking.
E dopo tanti anni fa davvero piacere vederli continuare a raccogliere quanto meritano. [ ... "To Oak Woods Bestowed", prima realizzazione degli italiani Elvenking, ha ottenuto riconoscimenti unanimi non solo nella scena nazionale, ma anche all'estero, che hanno portato il gruppo a firmare un contratto per la AFM Records. Ma non c'è da stupirsi, perché all'elevato livello dell'artwork (veramente professionale) e sopratutto della produzione, ottenuta agli ormai famosi studi New Sin e curata assieme al gruppo da Luigi Stefanini, si uniscono delle ottime composizioni. Quattro canzoni più l'intro che dà il titolo all'album, un'introduzione breve ma dalle evocative atmosfere medioevali. La struttura di base sembra essere legata ad un classico Power Metal dalle marcate sonorità epiche che devono parecchio ai Blind Guardian, arricchite da parti mediovaleggianti, folk e da arrangiamenti che non disdegnano l'utilizzo di flauti e keyboards, ma anche di momenti più aggressivi. Basta ascoltare la seconda traccia, "White Willow", ed anche se la parte introduttiva di questo pezzo è più nello stile dei Running Wild, in seguito si snoda sui sentieri aperti dai più epici Blind, alternando a momenti più o meno tirati, cori ed intrecci vocali ben articolati. Su linee vocali nuovamente complesse si muove la seguente "Banquet of Bards", melodia e velocità unite in un brano dalle molteplici sfaccettature ma che talvolta sembra dispersivo, perdendo d'efficacia. Da rivedere. La bella "Oakenshield" si apre su ritmi marziali che sfociano in un delicato arpeggio arricchito da una voce femminile, che prelude ad una parte folk vicina agli Skyclad, non manca neppure qualche attimo decisamente Black Metal con relativo growling. Un altro brano dal songwriting decisamente complesso, in cui sono evidenti le parte folk che dovrebbero caratterizzare i prossimi pezzi della band. L'ultimo brano è il più vecchio tra quelli ascoltati finora, ma non sfigura al confronto degli altri, anche se sembrerebbe più lineare e diretto.
A questo punto non posso che essere impaziente di scoprire dove potranno arrivare gli Elvenking in seguito. ... ]
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