Una partenza dirompente e trascinante, che ha subito catturato la mia attenzione, è garantita da "Curtains Fall", che segue una brevissima intro tratta dallo stupendo film "L'avvocato del Diavolo", un brano dallo spirito selvaggio, con una ritmica incisiva e cambi di tempo davvero azzeccati, sui quali si staglia la voce, profonda ed ipnotica, di Federico Cardinale. Davvero un gran bel biglietto da visita per questa formazione torinese nata nel 2006 (all'epoca si chiamavano ancora Dovetail) finalmente alle prese con la propria prima uscita discografica.
Peccato che da qui in avanti i
DieVanity scelgano di dedicarsi a composizioni meno scattanti, dai refrain soffusi e languidi, canzoni che guardano maggiormente ai loro trascorsi come cover band degli HIM (nei Lust to Dust).
E così, scorrono via senza colpo ferire (o quasi...) sia "Living A Dying" sia la conclusiva ballad "Twilight", due pezzi che ad ogni modo sono pur sempre testimoni degli sforzi fatti tanto a livello compositivo quanto quelli profusi nella registrazione (con ottimi risultati).
Nel mezzo si fanno notare prima "Dreams & Nightmares", che oltre a delle belle intuizioni ha dalla sua anche un bel taglio melanconico e drammatico, quindi "Live to Tell", ma questa più che altro per essere una versione della canzone portata al successo da Madonna.
Vista la bravura dei musicisti coinvolti, sopratutto quella del cantante Federico Cardinale, i DieVanity torneranno certamente a bazzicare da queste parti, e personalmente spero nella loro componente più rockeggiante, quella che a mio parere potrebbe dar loro maggiori soddisfazioni.
Poi magari mi sbaglio.
...Dannata Vanità!
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