Bel colpo per
Michael Amott, che per la sua incarnazione southern hard rock, ossia i qui presenti
Spiritual Beggars, prende alla voce
Apollo Papathanasio, singer dei Firewind, band che in questo momento è in gran spolvero. Una voce rauca e potente, un po’ Dio, un po’ Russell Allen, un po’ meno, per essere onesti, ma il greco si incastra alla perfezione con la nuova creatura dei sempre grandi Beggars. Ed infatti, anche questa volta, Amott e soci confezionano un dischetto piacevole, imperniato saldamente su quell’hard rock molto ‘70s che da sempre contraddistingue la band.
Undici brani più una intro, il disco scivola via piacevole e liscio, senza grandi scossoni, né in positivo né in negativo, il che lo colloca nella fascia intermedia delle produzioni targate Spiritual Beggars. Per nostra fortuna, i buoni pezzi non mancano affatto; mi piace un sacco “
A New Dawn Rising”, che sembra davvero uscita da un disco di 40 anni fa;
“Lost in Yesterday” è un esaltante mid tempo, in cui gli hammonds di Per Wiberg (Opeth) scintillano di potenza e classe. Troveranno spazio anche brani più intimisti, come “
Spirit of the Wind”, che quasi mi ricorda i Doors, per le sue atmosfere lisergiche e rarefatte; l’altro lento è quello che conclude il disco, “
The Road Less Travelled”, stupenda ed in punta di country rock, con tanto di pianoforte e suoni volutamente
live and raw.
Grande prova di Apollo, ma grande prova in realtà di tutta la band, che, alla faccia del side project, è ormai una solidissima realtà nel panorama hard rock mondiale. Bravi.
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