Arrivano dai lontani Stati Uniti d'America questi
Titan, un gruppo che invece pare provenire da un mondo lontanissimo, ancora più degli USA, perchè nel loro caso non è una distanza geografica a creare spazi infiniti, è semmai quella temporale. A ben ascoltare
Sweet Dreams si è quasi catapultati in una dimensione parallela dove poter rivivere espressioni musicali che ormai sono andate perse nel tempo, o che comunque si sono evolute in qualcosa di diverso, e questo non vuol dire in meglio o in peggio, ma semplicemente Diverso. Si parla di anni 70, di Psichedelia, di Progressive Rock... e di tutto quello che per sua stessa natura non conosce confini e limiti artistici di sorta. Un solo e costante flusso di coscienza musicale dove note e ispirazione viaggiano di pari passo. Più o meno è questo l'intento dei Titan, e non nascondo che in molti momenti riescono ad incarnare queste sensazioni, a dargli una forma e una vitalità, come nella conclusiva Maximum Soberdrive: undici minuti di pura contaminazione. I Titan hanno una dote molto rara ossia quella di rendere fluida e limpida qualsiasi intuizione musicale, pure quella più complessa e cervellotica che in molte formazioni Progressive Rock può tarpare le ali e rendere l'ascolto una fatica disumana. Tutto questo non avviene con Sweet Dreams, anzi, rimarrete appagati dalle vie di fuga, dall'Hammond, dai Synth, dai riff incalzanti e dalle ritmiche fantasiose, il tutto rivestito e affogato in un'atmosfera che è di altri tempi, di quando per l'appunto il Progressive Rock era al suo apice artistico. Molto originali su questo non si discute, malgrado questo filone musicale abbia espresso il meglio di se tanti anni fa, ma ogni tanto una ripassata di storia non fa mai male.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?