Dopo quella porcata di disco firmato Unherz e del loro Hard Rock da cabaret ci voleva proprio un gruppo come gli statunitensi
Valdur, interpreti di un puro e incontaminato Black Metal di stampo europeo, quindi per una volta dagli USA non arriva nessun viaggio infernale a base di Depressive Black Metal o affini. Questi Valdur hanno comunque sia la freddezza nel sangue e la riversano su delle canzoni che molto devono agli Immortal del primo periodo, Pure Holocaust su tutto.
Raven God Amongst Us giunge a tre anni di distanza dall'esordio e si può tranquillamente dire che il terzetto in questione sta attraversando un periodo di crescita e rispetto a tre anni fa è più convinto e padrone delle sue armi, che tanto per ripeterlo sono la capacità di ricreare paesaggi glaciali e desolati, dove la violenza è l'unica chiave di svolta che inghiottisce tutto. Difficile dire quali siano gli episodi migliori in questo album perchè come spesso accade in circostanze simili suona tutto molto omogeneo, e a volte anche monocromatico, ma è fuori discussione che canzoni come Great Abyss Unfold e Wound Fires In The Afterlife possano essere chiamate a svolgere il duro compito di bigliettino da visita musicale. Chi ha amato gli Immortal del primo periodo, chi nutre una certa passione per le sonorità made in USA, o chi più in generale non vive senza Black Metal può sicuramente dare una possibilità a questo manipolo di indemoniati.
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