Quando hai di fronte il nuovo album di una band del calibro degli
Helloween, speri sempre che sia un discone, e questo per un paio di motivi:
1) Speriamo che uno dei miei gruppi preferiti dell’adolescenza non mi deluda e mi faccia ascoltare ancora grande musica;
2) Speriamo di non dover dare 4 a questi, se no, con la guerra che mi fanno per i gruppetti locali, qua mi mandano un assassino prezzolato e mi fanno fuori!
A parte le suddette baggianate, ero rimasto molto contento dell’ultimo studio album “
Gambling with the Devil”, e tremendamente schifato da quella porcata a nome "
Unarmed" uscita a celebrazione del 25ennale. Le mie aspettative, dunque, erano messe tremendamente in crisi da questo dualismo: una band alla ricerca della sua naturale evoluzione sonora, o un gruppo di metallari marci e stracotti, disposto a tutto per tirar su qualche dollaro sulla pelle del fan più fedele?
Parte l’ascolto, e le prime due canzoni si rivelano le più brutte del lotto, pur non essendo da buttar via. “
Where the Sinners go” e il primo singolo “
Are you Metal?” suonano eccessivamente ‘cattive’, sparate a mille più per far scena che per reale necessità, essendo entrambe dotate di una struttura-canzone deboluccia, e di due refrains di quelli che si dimenticano, ahiloro, fin troppo in fretta. Indossato quindi il broncio delle migliori occasioni, procedo nell’ascolto… Ed è lì che capisco che (forse) era tutto programmato: sono anch’io una pedina nelle mani di Weikath e soci, che dalla traccia 3 fino alla fine tirano fuori un signor album, potente, cazzuto, ispiratissimo e suonato (e cantato) coi controcazzi.
Subito alcune precisazioni. Il taglio stilistico di “7 Sinners” è molto oscuro e basato sulla “botta”, un po’ alla Dark Ride, per capirci. Secondo, ed importantissimo appunto: questo è il disco di Andi Deris. Mai come in siffatta occasione, Andi sciorina una prestazione vocale da applausi: potente, su tonalità improponibili, ispirato nelle stesure, e sempre più al comando di una bestia metal che non ne vuole sapere di andare in letargo.
Strepitosa “
Who’s Mr Madman?”, finalmente con un refrain all’altezza della situazione, bella la pesante e riffosissima “
Raise the Noise”, mentre “
World of Fantasy” ci accoglie con tastiere spaziali, per poi esplodere nel più classico dei duetti di chitarra, che sono invenzione e marchio registrato degli Helloween. La song mi ricorda molto “I Can”: strofa cantata bassa, crescendo in minore/maggiore e ritornellone tutto happy e potente, il pezzo Helloween per eccellenza. La differenza c’è, eccome, con la vecchia produzione: qui si prediligono chitarre ribassate, arrangiamenti molto moderni, ed il lavoro di Dani Loeble dietro le pelli è perfettamente centrato nel batterismo tipico del 21° secolo, per cui super-trattore, grandi sfuriate anche nel minimo passaggio, e saturazione sonora a tutto busso. E’ così che va, ed è così che ci piacciono, finché le canzoni hanno un valore! E qui ne hanno, eccome: “
Long Live the King” è una sfuriata selvaggia di 4 minuti e spicci, “
The Smile of the Sun” sarebbe il lento di questo album: dico sarebbe, perché il brano ha muscoli, pur abbassando la soglia dei bpm. E mentre la prova di Andi convince sempre di più, e Weiki e compagnuccio Sascha sembrano sempre più in sintonia l’uno con l’altro, il disco procede: “
You stupid Mankind” ha un altro di quei riff a tutta potenza, ed un testo cinico e disincantato sull’umanità, mentre la perla dell’album, a mio avviso, arriva subito dopo.
“If a Mountain could talk” è l’emblema degli Helloween targati 2010: riffone da applausi, l’immancabile tastiera in appoggio, un ritornello benedetto dagli dei del Metallo, per un brano che, mi ci gioco la tredicesima, entrerà fisso in scaletta nel prossimo tour. Applausi.
Non ancora sazi? Niente paura, di canzoni in “7 Sinners” ce n’è in abbondanza! Sentite il riffone cattivo di “
The Sage, The Fool, The Sinner”, l’intro d’archi e furia omicida di “
My Sacrifice”, il delicato intermezzo di “
Not Yet Today” e l’epica conclusione, affidata a “
Far in the Future”, altro pezzo forse un po’ sotto la media, ma non per questo meno godibile dei suoi compagni di cd.
Poco da aggiungere: “7 Sinners” è un disco fatto con le contropalle, da una band che non ha niente da imparare da nessuno. Gli Helloween sono tornati, ora tocca a voi dimostrare quanto siete metal!