Nuovo risultato positivo per i nostrani Doomsword, giunti al terzo traguardo discografico con "Let Battle Commence", un album decisamente esaltante e in perfetto stile con il sound sempre più personale che sta caratterizzando questa grande band. Il nuovo lavoro si presenta come un interessante e approfondito concept basato sulle oscure vicende storiche che hanno come protagonisti il popolo inglese e quello vichingo negli anni del Medio Evo, aspetto non irrilevante in quanto l'impostazione musicale dei singoli brani risente fortemente di questa tematica e assumono in questa luce una dimensione evocativa di maggior spessore. Il sound generale ha subito un appesantimento, dovuto sia dalla nuova accordatura sia dal suono delle chitarre, molto più protagoniste che in passato con aggressivi e potenti riff e accompagnamenti incalzanti ben supportati dalla corposa sezione ritmica. Le atmosfere sono ancora più epiche, più espressive e "nordiche" che in passato, aspetto principale questo che caratterizza Let Battle Commence. Dall'incipit acustico di "Heathen Assault", magistralmente accompagnato dal sempre più ispirato Deathmaster alla voce, appaiono ben delineate le coordinate sulle quali l'intero album si muoverà, presentando un'impostazione di songwriting per nulla intuitiva e di non facile assimilazione. In particolare gli episodi più sostanziosi richiedono ripetuti ascolti per poter venir assimilati e compresi a fondo e potersi così rivelare in tutta la propria grandezza. Personalmente parlando, le buone impressioni raccolte in occasione dello studio report di alcuni mesi fa non possono che venir confermate e per certi versi accresciute, in quanto il punto di forza di un disco del genere sta nella sua visone di insieme, nel suo intenso e inesorabile svilupparsi da una traccia all'altra, capace di sprigionare un'elevata dose di emotività ed espressività che si rivela ascolto dopo ascolto. Lo standard dei brani presenti, a parte alcune eccezioni in "In The Battlefield" e "Woden's Reign", è caratterizzato da ritmiche granitiche e tempi cadenzati al limite del doom, aspetti che la fanno da padrona e con risultato grandioso negli episodi di maggior durata, in particolare nelle conclusive "My Name Will Live On" e "Blood Eagle", la canzone sulla quale si articola l'intero album. Le tinte epiche e drammatiche tanto care ai Doomwsord vengono qui messe ancor più in primo piano, accentuando i toni battaglieri anche grazie a numerosi e azzeccati effetti sonori e soprattutto grazie al cantato ancor più teatrale e unico, vero tratto distintivo di questa band. Senza parlare di evoluzione, i Doomsword sono ulteriormente maturati per spingersi verso territori inesplorati dai quali i 5 guerrieri non potranno che trarre giovamento per la gioia di tutti noi.
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