Copertina 7

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2010
Durata:68 min.
Etichetta:Rising Records

Tracklist

  1. OVERTURE
  2. CRITICAL MASS
  3. SHOT ACROSS THE BOW
  4. LOOK AT YOU NOW
  5. RELENTLESS
  6. ENEMY WITHIN
  7. KNIGHT OF THE VASA ORDER
  8. CAGED ANIMAL
  9. INTO VALHALLA
  10. TIDE OF DESIRE
  11. ADAGIO B FLAT MINOR VARIATION
  12. AXE TO GRIND
  13. BLINDED
  14. CROSS TO BEAR
  15. ARPEGGIOS FROM HELL

Line up

  • Lars Yngwie Johann Lannerbach Malmsteen - Guitars
  • Tim "Ripper" Owens - Vocals
  • Patrik Johansson - Drums
  • Bjorn Englen - Bass
  • Nick Marino - Keyboards

Voto medio utenti

Dopo l'ottimo "Perpetual Flame" che a distanza di due anni è riuscito a superare la prova del tempo confermandosi come un eccezionale ritorno per il maestro svedese e dopo l'angosciante e pessimo "Angels of Love", raccolta in chiave strumentale e melensa delle ballads più famose della sua carriera, ecco che Lars Yngwie Johann Lannerbach Malmsteen torna a deliziarci con il nuovo "Relentless", un disco che lo diciamo subito conferma fortunatamente tutte le buone cose che erano state dette del suo predecessore: un Yngwie tornato in forma, desideroso di concentrarsi maggiormente sulla qualità dei brani anzichè sul virtuosismo fine a sè stesso, decisamente più heavy metal che nel recente passato, rifacendosi ad atmosfere che parevano ormai dimenticate, sulfuree e malevoli come nella storica "Disciples of Hell".

E' questa l'anima di "Relentless" descritto, con ragione, dallo stesso Yngwie come uno dei suoi album più sentiti ed aggressivi ed intepretato come "il desiderio di spingersi oltre, nonostante tutti questi anni e tutti i dischi che ho composto sin ora di raggiungere il limite più alto del suonare" e siamo così lieti di sincerarci che tutto questo è stato centrato in pieno e che Malmsteen non è uno stanco pensionato che ha bisogno di un disco ogni tanto per pagare le bollette ma che arde in lui ancora il desiderio di stupire i propri fan, di regalarci autentiche gemme metalliche, di infiammare i cuori di chi ancora è in grado di emozionarsi di fronte alla classe chitarristica di uno dei più grandi interpreti di questo secolo.

"Relentless" è un disco che sin dal primo ascolto riesce a conquistare l'ascoltatore, anzi addirittura prima, sin dalla copertina anche piuttosto sobria considerando di chi stiamo parlando, ed ovviamente il merito va anche a chi è riuscito nell'impresa di risollevare il pazzo scandinavo dopo un periodo a dir poco tremendo, che ha visto inanellare un disco più scandaloso dell'altro a nome "Attack" e "Unleash the Fury", due capitoli come "War to End All Wars" ed "Alchemy" con buoni ma infruttuosi tentativi e la pietra della discordia "Facing the Animal", per molti un buon album ma a parere di chi scrive l'inizio della fine della carriera di Malmsteen: Tim "Ripper" Owens si sta prendendo le sue belle rivincite dopo anni fatti di licenziamenti e delusioni, e dopo una prestazione assolutamente maiuscola e cristallina in "Perpetual Flame" fa il bis in "Relentless", un disco che Yngwie gli ha pennellato addosso, sciorinando una quantità incredibile di riffs infernali che si adeguano alla grande all'ugola abrasiva e metallica di Ripper, che riesce a dare una potenza inaudita a brani già validi e trascinanti come la trabordante "Critical Mass" ed "Enemy Within" che presenta un riffs pesantissimo ed oscuro come la morte e che raramente abbiamo ascoltato nella discografia dei Rising Force.

Non è finita qui: in questo capitolo Malmsteen ha pensato anche ai suoi fan più orientati sul guitar work che all'heavy metal, ed infatti per la quasi totalità del disco troviamo un'alternanza di strumentali (la traccia 1, 3, 5, 7, 9 e 11, tutte stupende) con le canzoni "pari"; le sorprese proseguono all'ascolto di "Look at You Now" che non solo ci cattura immediatamente poichè alla voce non c'è Ripper ma lo stesso Yngwie, ma anche perchè è in pratica la ri-edizione del brano "Live to Fight" che avevamo trovato cantato da Owens nel disco precedente.
Ma non è tutto: i più attenti ricorderanno che nel booklet di "Perpetual Flame" era presente una "Tied of Desire" che poi in realtà non era presente sul disco...beh, è arrivata con due anni di ritardo ma ce l'abbiamo fatta, ed ecco che trova spazio in "Relentless", quasi a dimostrare che il processo di songwriting per questi due album è stato il medesimo e che i vari brani sono stati accomodati su due release consecutive, ma senza che la qualità ne sia stata inficiata.

"Relentless" è un album che è la naturale prosecuzione di "Perpetual Flame" e che ne bissa la qualità ed il valore, presentandoci un Yngwie sempre più espressivo, preciso, veloce e pulito (perlomeno in studio) e, quel che è più importante, nuovamente in forma sotto il punto di vista compositivo: sotto questo punto di vista la strumentale finale "Cross to Bear" è un capolavoro assoluto.
A proposito, la differenza con il predecessore è che questo è un disco nettamente più incentrato sulle strumentali: ben 8 brani su 15 lo sono, mentre in "Perpetual Flame" erano "solo" 4 su 12.

L'unica nota dolente, ma che per fortuna non inficia il valore complessivo di "Relentless", è la produzione che come al solito non rispetta gli standard moderni; è molto "calda" e diretta ma dimostra un suono di batteria veramente non all'altezza, oltre all'ovvia presenza in super primo piano della chitarra, ma questo è naturale, ed una luce troppo "frontale" della voce di Ripper, ma sono dettagli.

Così come sono dettagli la fuoriuscita dell'inutile Sherinian alla tastiera (non perchè sia scarso, ma anzi è sprecato per fare 2 note ogni 3 minuti o improbabili cori campionati) sostituito da Nick Marino, l'ingresso di Bjorn Englen che leva l'incarico del basso al maestro e la presenza di "Arpeggios from Hell" che sostanzialmente è identica a quella presente in "High Impact", ma è anche risaputo che le mille compilation dedicate a Malmsteen le comprino solo in Giappone quindi bene per noi.

Le attenzioni sono tutte di lui, com'è giusto che sia, ed ai brani che ha costruito per Ripper: ambedue le cose sono fantastiche ed è questo che conta.
Da segnalare diverse autocitazioni lungo il disco, come i brevi accenni di "Trilogy" presenti nella titletrack ed il brano "Adagio B flat minor Variation" che è praticamente una nuova versione dell'incipit dell'Icarus Dream Suite Op. 4 presente sul primo album "Rising Force"


Signori, Yngwie Malmsteen è tornato e tutti coloro che hanno plaudito alla rinascita rappresentata da "Perpetual Flame" troveranno profonde emozioni nel nuovo "Relentless"; tutti gli altri dovrebbero aprire gli occhi ed il cuore e dimenticare tutte le delusioni degli anni passati.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 dic 2010 alle 22:51

il metal non è solo due riff, due grida e la batteria death metal....è melodia, classe. potenza, raffinatezza.....almeno per me

Inserito il 02 dic 2010 alle 09:28

Malmsteen che fa schifo suona e compone meglio del 50% delle band di oggi, è un vero genio della musica., senza di lui non esisterebbe il metal sinfonico, ricordiamocelo... non avertela a male ma, oggettivamente, sarebbe poi stato un male? A me troppi barocchismi mi smaronano

Inserito il 01 dic 2010 alle 18:54

Malmsteen che fa schifo suona e compone meglio del 50% delle band di oggi, è un vero genio della musica., senza di lui non esisterebbe il metal sinfonico, ricordiamocelo...

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