Proprio un bel disco di
rockettino esile e accessibile, quello sfornato da questi cinque (a me) sconosciuti ragazzi tedeschi dal nome collettivo così particolare.
Gli
ØL hanno, in effetti, al loro attivo già svariate pubblicazioni discografiche passate però completamente inosservate agli occhi e alle
orecchie del sottoscritto, che non ha potuto che rimanere, dunque, piacevolmente sorpreso da questo “The merging”, un lavoro al confine tra
alternative e
pop-rock, pieno di melodie vaporose e istantanee (sporadicamente attraversate da un gusto lontanamente AOR, addirittura), graffiate dal punk e alimentate da quel pizzico di malinconia “epidermica” che male non fa.
Ecco che il vezzeggiativo utilizzato per la
classificazione del Cd nello incipit della disamina, non deve essere frainteso e si prefigge semplicemente di rilevare il carattere assai leggero e accogliente di queste quindici canzoni capaci di fornire materiale esplicitamente indirizzato alle programmazioni radiofoniche di genere (“Radio”, in maniera particolare, non lontanissima dalle atmosfere evocate dalla
sensation americana di
mainstream alt/goth Dommin, ma anche “Living for”, le fascinose “Can´t stand”, “My innocence” e “The truth”, nonchè gli slanci meditati di "Here we go again”), attraverso un linguaggio che sfrutta anche intriganti bagliori
american-roots ("Just one day” e “Let yourself go”), solari sfumature vagamente
sixties (“Let it roll” e "Don´t ask why”) e fraseggi reggae-
ggianti (“Falling angels”), il tutto abilmente pilotato dalla voce di Marcus capace d’infondere, grazie alla sua intonazione affabile e persuasiva (che può ricordare un po’ Greg Graffin e un po’ Joe Jackson) e alle sue doti interpretative, un gradevole senso di levità e serenità complessiva davvero ristoratore.
Non saranno dei
fenomeni della musica (e ne sono
consapevoli, come si evince dalla simpatica biografia!) e tuttavia se apprezzate i Semisonic, i REM o anche “roba” tipo Stereophonics, The Wallflowers, Travis e Kasabian potreste gradire pure il contenuto di questa volatile “fusione” alemanna.
Grazioso l’artwork in clima naif.
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