Chi si è lasciato confondere dal nome e dai titoli delle tracks in portoghese e pensa di trovarsi di fronte ad una band totalmente made in Brasil dovrà ricredersi.
Attivi dal 2008, gli
Amassado riuniscono esponenti dell'underground italiano, con membri provenienti dai ben noti
The Modern Age Slavery e
Darkend, al vero [e unico] brasiliano della band,
Suròn Caspàr.
Il loro
Coraçao Enterrado, album di debutto uscito per l'etichetta americana
Felony 1 Records, è un prodotto molto interessante, nel suo essere ricco di contraddittorie ma apprezzabili influenze.
Di chiara ispirazione grind, la band propone scelte musicali che sconfinano nel thrash e nel death metal, in termini di riff ed in merito ad alcune scelte ritmiche, e nell'hardcore/punk, soprattutto per quanto riguarda le parti di batteria e l'approccio vocale.
Possiamo definire gli
Amassado un incrocio tra i secondi
Brujeria, quelli più death metal-oriented che possiamo ritrovare in "
Brujerizmo" per intederci, ed i
Sepultura. Il probabile intento iniziale, quello, cioè, di essere una band grindcore, và dunque scemando man mano che la band stessa aderisce, consciamente o inconsciamente, al cosiddetto "brujerismo", più pregno, a mio avviso, di venature death.
Ma mettiamo da parte le noiose classificazioni di genere e concentriamoci sull'album.
Come detto in apertura, è davvero un buon prodotto, espressione ulteriore della bravura musicale e dell'invettiva che i componenti della band hanno già saputo dimostrare in altri ambiti e con altri gruppi. Colpisce soprattutto l'approccio della band, in perfetta linea con gruppi sudamericani come i sopracitati Brujeria e Sepultura o i messicani
Asesino; sono talmente tanto aderenti a questa mentalità, che se non si fosse a conoscenza della loro provenienze geografica, a nessuno verrebbe mai in mente di dubitare della loro latinità. Ed io stessa sono caduta in questo tranello nel momento in cui ho inserito il cd nel mio lettore per ascoltarlo.
Le tematiche affrontate sono irriverenti e le lyrics rabbiose. Mi sembra abbastanza palese la spontaneità con cui gli
Amassado si pongono nei confronti della loro musica, senza perdersi in troppi giri di parole o formalità: è il puro istinto che fa loro da guida.
Notevole anche la cover di "
Phobia" dei
Kreator, qui ribattezzata "
Fobia" probabilmente per acutizzare l'impronta
latino-americana [sempre geograficamente parlando, s'intende] della piece.
Un buon ingresso in scena, insomma, per una band che mi auguro di incrociare presto in sede live.
Da tenere senza dubbio sotto osservazione.
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