La band tedesca giunge al secondo lavoro in studio proponendo un disco che mescola elementi hard rock e classic metal. Maiden, Helloween, Ac/Dc, Judas Priest: le influenze sono molte e si sentono tutte. Le dodici tracce dell’album, però, non sempre riescono a catturare l’attenzione dell’ascoltatore. A conti fatti, si salvano l’aggressiva
Isolation, la power ballad
Seven Years Of Pain e la potente
Guardians Of The Night. Per il resto, davvero poco altro, ad eccezione di alcuni sprazzi qua e là e dei riff, comunque sempre piacevoli.
L’enorme limite della band è rappresentato da un singer assolutamente inadeguato, anche perché i restanti membri del combo germanico fanno il proprio mestiere discretamente, a parte qualche bending un po’ stonato. La voce, invece, pur essendo intonata, fatica ad amalgamarsi al resto. Peccato, perché un singer degno di questo nome avrebbe potuto regalare molta più efficacia ai pezzi.
Una band che potrebbe fare molto meglio, a mio modo di vedere. Non resta che attenderli al varco del terzo album, sperando in qualche cambiamento di line-up e sperando, soprattutto, che il gruppo prenda una direzione definitiva scegliendo se suonare hard rock, power metal o classic metal.
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