I Luciferion sono una band svedese che ai più suonerà assolutamente sconosciuta, anche per il fatto di aver abbandonato temporaneamente l'attività musicale dal 1996 ad oggi. Ma vi basti sapere, per farvi venire un pò di acquolina in bocca, che alla chitarra troviamo il simpatico Michael Nicklasson, famoso per il suo operato al basso nei conterranei Dark Tranquillity. La musica dei Luciferion, pur non suonando come niente di particolarmente innovativo, riesce a stupire e a trascinare fin dal primo ascolto: immaginate i riff più veloci e serrati dei Morbid Angel uniti a tastiere e sintetizzatori molto ariosi alla Symphony-X... una sorta di crossover tra potenza e melodia. L'esperimento suona in alcuni punti come "Prometheus..." dei compianti Emperor, meno pretenzioso ma altrettanto coinvolgente. Massiccia la prestazione dei due chitarristi che passano con disinvoltura dal death al thrash mettendo in fila una serie di riff memorabili oltre ad assoli veloci e tecnici. Il cantante (di cui non ci è dato di sapere il nome) fornisce un'ottima prova alle prese sia col growl che con effetti di varia natura con cui la voce viene filtrata e trasformata numerose volte. Il drumming, seppur vario e interessante, soffre i suoni troppo moderni della batteria che soprattutto durante i blast-beat sembra estremamente sintetica ed artificiosa. La prima parte dell'album ("The Apostate" vero e proprio) suona come un viaggio attraverso atmosfere e tematiche futuristiche (anche grazie agli estratti del film Dark City, che non ho mai visto) tutte legate tra loro dalla grande verve della band svedese, davvero in fase di completo spolvero. Peccato che alla fine i pezzi nuovi siano solamente cinque, seppure lunghi e favolosi. Si continua con la cover di "Circle Of The Tyrants" dei Celtic Frost, ma purtroppo qui non ci siamo del tutto... c'è anche da dire, come attenuante nei confronti del gruppo, che la magia del gruppo svizzero è qualcosa di davvero difficile da ripetere. Le ultime cinque canzoni sono tratte dal demo del 1994 e mostrano una band già affiatata, anche se ancora acerba rispetto agli elevati standard qualitativi delle prime tracce. In complesso il cd è un ottimo lavoro, e considerato che abbiamo dovuto aspettare sette anni per averlo tra le mani, sarà il caso di farselo bastare fino alla prossima uscita!
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