Questa giovane formazione, proveniente dalla Sardegna, non ci sta molto a pensare ed attacca con veemenza sin da subito, dopo l'introduttivo strumentale "Anthem", proprio con la canzone che prende titolo dallo stesso nome del gruppo: "Shardana (Sea Folk)". Un Heavy Metal veloce e d'impatto che si fa maggiormente epico nella successiva "Sa Battalla", sorprendentemente cantata in dialetto locale, ed assume toni ancor più esaltanti ed accesi su "Back to Homeland" dove, dopo un avvio caratterizzato da arpeggi e toni quasi doom, gli
Shardana imboccano strade, o meglio rotte, che li portano ad incrociare quelle soluzioni vicine al Folk ed al Viking Metal che poi ritroviamo ancor più accentuate su "The Doom that Came to Sarnath" (ispirata dall'omonimo racconto di H.P. Lovecraft). Un brano lesto ad alternare momenti evocativi a sfuriate improvvise, che ha anche il compito di chiudere il demo, grazie ad un'altra bella prova degli Shardana, che in questa occasione piazzano una manciata di canzoni robuste e ben diversificate, sopratutto dalla spiccata personalità, con linee vocali mai banali, un guitarwork sempre efficace ed una ritmica che non cede di un passo.
L'attaccamento degli Shardana alle proprie radici è evidente non solo dalla scelta di cantare in dialetto (comunque, nel booklet sono riportati i testi di tutte le canzoni) la già citata "Sa Battalla", ma anche dal concept lirico intrapreso, che si riflette sul nome che hanno adottato, quello di una poco conosciuta popolazione di guerrieri e navigatori originari, appunto, dalla Sardegna.
Ma anche questi ragazzi sembrano essere dei veri
combattenti e, infatti, escono a testa alta da questo primo
scontro.
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