Copertina 5,5

Info

Demo
Anno di uscita:2010
Durata:30 min.

Tracklist

  1. EINSTEIN
  2. BAD KITCHEN
  3. SILLY DEAD
  4. INTO THE CITY CENTRE
  5. LOAD OF PAIN
  6. BILL GATES
  7. ROTTEN LOVE
  8. SICK OF THE SCENE
  9. TO ALEX
  10. GOODNIGHT

Line up

  • Laura Liparulo: vocals, guitars, harmonica, midi programming (bass, synth, drums)

Voto medio utenti

Ha fatto tutto da sola, Laura Pagliarulo, titolare unica del marchio Loneload ma qualche volta l’antico adagio “chi fa da sé …” viene poi disatteso alla prova dei fatti.
Troppa “plastica” nella profusione di strumenti “programmati” utilizzati per il disco e forse anche un pizzico d’indecisione e di approssimazione nell’esprimere quello che dovrebbe essere, nelle intenzioni, un progetto di rock/grunge/metal/electronic/folk/powerpop (!).
In realtà, bagliori di tutta questa “roba” ci sono davvero nei trenta minuti di “Love would never work”: le chitarre di scuola hard n’ heavy (l’attacco di “Rotten love” è molto Slash-iano, per esempio, per poi diventare una sorta di via di mezzo tra Hole e Big Country!), ritmiche sintetiche spesso di derivazione dark-wave, piccole incursioni folk (l’armonica di “Silly dead” e “Load of pain”, soprattutto, “esperimenti” abbastanza interessanti, anche se invero un po’ lontani da una precisa definizione) e una voce che sembra voler ricalcare le tonalità e le modalità interpretative di Courtney Love (con uno sporadico contributo di Chrissie Hynde), rendono il prodotto abbastanza particolare, dotato di linee melodiche che si rendono tutto sommato piacevoli all’ascolto, ma c’è anche un eccesso di ripetitività nelle architetture sonore (dovuto pure, probabilmente, ai limiti “oggettivi” della strumentazione utilizzata!) tale da rendere il quadro complessivo non completamente convincente.
E poi anche la voce, pur intrigante, avrebbe necessità di una piccola “registrazione” (beh, non è che la Love sia una campionessa della fonazione modulata, però …) e di maggiore autonomia dai modelli, per contribuire efficacemente ad un dischetto che, al netto di quanto appena affermato, non dispiace nelle spirali algide di “Einstein”, nell’agrodolce e fumosa “Bad kitchen”, nell’istantanea “Into the city centre”, in “Goodnight” e, come già anticipato, negli abbozzati e “curiosi” tentativi di roots-wave-hard, che tuttavia non possono al momento garantire una valutazione ampiamente gratificante.
Laura ha sicuramente del potenziale ed è da apprezzare per il desiderio di divulgare tutta la sua attuale essenza artistica senza filtri e pastoie (testi, foto, tablature e l'album in free-download sono a disposizione dei musicofili tramite il suo sito web) e, ancor di più, per come, in qualche modo, cerca una sua “strada” all’interno dei sentieri affollati del rock … forse ha solo bisogno di trovare dei validi compagni di “viaggio” …
Recensione a cura di Marco Aimasso

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.