Gotthard - Heaven - Best Of Ballads Part 2

Copertina SV

Info

Anno di uscita:2010
Durata:70 min.
Etichetta:Nuclear Blast

Tracklist

  1. HEAVEN
  2. WHAT I AM
  3. WHERE IS LOVE WHEN IT'S GONE
  4. NEED TO BELIEVE
  5. ONE LIFE ONE SOUL
  6. THE CALL
  7. DON'T LET ME DOWN
  8. NOTHING LEFT AT ALL
  9. UNCONDITIONAL FAITH
  10. HAVE A LITTLE FAITH (ACOUSTIC)
  11. TEARS TO CRY
  12. EVERYTHING I WANT
  13. I''VE SEEN AN ANGEL CRY
  14. TOMORROW'S JUST BEGUN
  15. FALLING (ACOUSTIC)
  16. AND THEN GOODBYE
  17. MERRY CHRISTMAS

Line up

  • Steve Lee: vocals
  • Leo Leoni: guitars
  • Freddy Scherer: guitars
  • Marc Lynn: bass
  • Hena Habegger: drums

Voto medio utenti

I dischi pubblicati dopo la morte di qualcuno portano sempre con sé una scia di sterili polemiche. È ovvio, ma questo avviene in qualsiasi forma d’arte, che sia possibile ottenere guadagni sull’emotività dei fan. È altrettanto ovvio però che, quando l’uscita di un disco è programmata da tempo, farla saltare per non rischiare critiche è abbastanza stupido.

Insomma, se ci ficchiamo in discorsi di questo tipo non ne veniamo più a capo. Parliamo di musica.

In questo caso, si tratta di musica con la M maiuscola. I Gotthard hanno realizzato alcune tra le migliori ballad di sempre, questo è un dato inconfutabile. Raccoglierle tutte in un best of è un’idea non troppo originale ma molto interessante per chi ha sempre amato il lato romantico della band. Già nel 2002 era uscita una prima antologia di ballad e, a otto anni di distanza, ecco arrivare il secondo capitolo. Avendoli sentiti e macinati entrambi, devo ammettere che questa ultima uscita supera grandemente la prima per efficacia. Sarà che col tempo la maturità compositiva raggiunta dai Gotthard è ovviamente cresciuta, sarà che i pezzi inseriti in questo album incontrano maggiormente i miei gusti personali, sarà che è Natale e siamo tutti più buoni e teneroni, ma secondo me tra i due dischi c’è un piccolo abisso.

Inutile dare un voto o descrivervi i pezzi. Heaven raccoglie 17 perle melodiche e cullanti, una più bella dell’altra, la maggior parte in versioni già note, altre b-side più o meno inedite, versioni acustiche o per pianoforte. Su tutto, ovviamente, domina incontrastata la magica voce di Steve Lee. Ho già avuto modo di esprimermi su quello che a mio parere ha rappresentato per l’hard rock una simile vocalità. Mi limiterò ad aggiungere che Steve mi mancherà parecchio, come credo a molti di voi.

Un disco intimo, emozionante, perfetto per scaldare le festività. Da ascoltare in solitudine e meditazione oppure in compagnia delle persone che più hanno significato nella nostra vita. Io l’ho comprato, fin dal primo ascolto sono stato contento dei soldi spesi e credo sarà un album che bene o male mi ritroverò molto spesso tra le mani. Se siete in ritardo con i regali di Natale, questa può essere un’ottima soluzione, gradita anche a chi ha gusti musicali lontani dai “nostri”.



Recensione a cura di Alessandro Quero

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