I Kaipa sono la prima formazione di Roine Stotl, chitarrista di Transatlantic e The Flowerkings, risalenti ben alla metà degli anni '70 e tornati sulle scene lo scorso anno con l'album Notes From The Past, il quale interrompeva un silenzio di ben 24 anni per la band svedese. Accasati presso la specializzata Inside Out, i Kaipa offrono un prog rock decisamente interessante e tecnico con grande predilezione per sonorità tipicamente seventies, caratterizzate da sintetizzatori, mellotron e l'immancabile amato hammond, per un sound di certo non innovativo ma più che azzeccato per il genere proposto. Gli 8 pezzi presenti su Keyholder superano tutti abbondantemente i 6/7 minuti di durata aprendosi a svariate e molteplici divagazioni strumentali, a tratti incalzanti e sostenute, a tratti distese e di maggior respiro. Ottima la prova vocale della bravissima Aleena, caratterizzata da una timbrica avvolgente e ammaliante, decisamente superiore a quella di Lundstrom, che non regge certo il confronto pur senza affatto sfigurare. In generale la tendenza dei Kaipa non è quella di soffermarsi sulle doti tecniche dei singoli musicisti, preferendo puntare su un risultato complessivo e d'insieme, risultando certo più accessibili anche ai meno avvezzi a certe sonorità, anche se la prolissità non è certo cosa rara in questo album. Palesemente incentrato su un qualche concept, l'ascolto di Keyholder si pone certamente più interessante ed evocativo in tale ottica, in grado di rivelare molteplici aspetti che a più riprese si fanno sentire nel corso dell'album. In ogni cosa, un prodotto complesso e destinato solamente agli appassionanti del prog.